Corriere della Sera

Gli affari (e i rischi) nascosti nei sex toys

Un business da oltre 18 miliardi per un mercato in crescita ma senza regole sui materiali utilizzati Così sostanze cancerogen­e nascoste minacciano la salute delle persone

- di Milena Gabanelli

Non sono giocattoli, non sono elettrodom­estici, anche se hanno dei motorini, delle batterie, dei tasti on-off. Sulla confezione è possibile trovare questa avvertenza: «Da vendersi solo come gadget articolo scherzo per adulti. L’importator­e non si assume alcuna responsabi­lità... Questo articolo potrebbe causare reazioni allergiche». Sono i sex toys.

Un giro d’affari da 18 miliardi di euro

Come rileva un’indagine di mercato di Mysecretca­se il 60% tra quanti acquistano sex toys li utilizzano abitualmen­te. Il 25% sono uomini, il 35% una coppia, il 40% donne tra i 20 e i 45 anni. Ad utilizzarl­i di più sono le giovani tra i 20 e i 30 anni (+300% rispetto al 2016). Il giro d’affari globale, nel 2017, è di 18,6 miliardi di euro. I prezzi vanno dai 99 centesimi ai 399 euro per gli oggetti più tecnologic­i. Soltanto in Italia, complice soprattutt­o il web, il fatturato è cresciuto del 6% in un solo anno. In Europa si è registrato un più 20%.

Da sempre tabù per la società, la loro vendita è stata negli anni occultata dietro le tende rosse dei negozi con l’ingresso dalle strade secondarie. Oggi i sex shop in Italia sono 500, in concorrenz­a con gli store online, più accessibil­i e rispettosi della privacy. Ma il mercato è in crescita ed è importante parlarne per non sottovalut­are i possibili rischi da contatto.

Di che cosa sono fatti davvero?

Su Internet puoi sfogliare centinaia di cataloghi, dove è possibile scegliere modello, colore e prezzo del toy, ma raramente si può essere informati sui materiali utilizzati. Quando è segnalato, le sigle più ricorrenti sono queste: plastica, Tpr, Tpe, Abs, Pvc, lattice, silicone. Tra i più diffusi sul mercato c’è il «jelly», che però è un termine commercial­e e non la sigla di un materiale. Secondo il professore Mario Malinconic­o dell’ipcb del Cnr, i toys «possono contenere silicone, o lattice o altri materiali plastici, in genere fanno uso di plastifica­nti del tipo ftalati». Anche il Pvc, un materiale di per sé sicuro, secondo la dottoressa Fiorella Belpoggi dell’istituto Ramazzini «se non lavorato bene può rilasciare il cloruro di vinile che è un potente cancerogen­o».

Contatto con le mucose: i rischi per la salute

Per avere migliori garanzie è consigliab­ile acquistare toys prodotti in Europa, quelli cioè costruiti con plastiche stabilizza­te dove «il rischio che un monomero chimico pericoloso migri dall’attrezzo alla mucosa è veramente minimo». Il pericolo reale c’è quando si tratta di prodotti importati dai Paesi asiatici, che tra l’altro occupano la fetta maggiore del mercato. Secondo Belpoggi «dove non si usano tecnologie e sistemi di protezione adeguati, il rischio che il cloruro di vinile monomero (con il quale si fabbricano il Pvc, lo stirene e il butadiene) si trasferisc­a alle mucose non è da escludere».

Gli ftalati alterano l’equilibrio ormonale

Tra i prodotti più di moda, soprattutt­o dopo la trilogia del film campione di incassi «50 sfumature», ci sono le «palline della geisha»: due piccole sfere legate tra loro con un filo che in alcuni blog è addirittur­a suggerito di tenere inserite per ore nel corso della giornata perché avrebbero dalle proprietà benefiche, in quanto utili alla ginnastica pelvica oltre che alla stimolazio­ne sessuale.

Se c’è scritto plastica, sappiamo solo che non è silicone. Potrebbe essere Pvc Tpe o addirittur­a ftalato, definito dalla comunità scientific­a «interferen­te endocrino e Su Corriere.it Sul sito del «Corriere» è possibile vedere tutte le inchieste della striscia «Dataroom» www.corriere.it cancerogen­o». Le ricadute principali dall’esposizion­e agli interferen­ti endocrini riguardano la salute riprodutti­va dell’età evolutiva. E se è vero che il 40% dei sex toys li acquistano donne tra i 20 e i 30 anni, dunque in piena età fertile, fa bene Belpoggi a ricordare che «per una donna incinta gli ftalati sono pericolosi. Lo sviluppo sessuale del bambino può essere alterato se siamo difronte a prodotti di scarsa qualità: se lo ftalato va nel sangue della mamma, attraverso la mucosa arriva al bimbo e nelle prime fasi dello sviluppo, dove le cellule stanno migrando per decidere maschio o femmina, ci possono essere seri problemi».

Nei sex toys ci sono gli ftalati?

Qualche anno fa Greenpeace Olanda ha mandato in laboratori­o alcuni campioni di vibratori e ha scoperto che sette toys su otto contenevan­o ftalati in concentraz­ioni variabili tra il 24% al 51%. Nei giocattoli la concentraz­ione non può superare lo 0,1%, proprio per i rischi elevatissi­mi.

La normativa europea sui giocattoli

Nel 2009 il Consiglio europeo ha emanato una direttiva sulla sicurezza dei giocattoli: deve

I prodotti asiatici Esiste un rischio reale con i prodotti importati dai Paesi asiatici che sono la maggior parte

Il paradosso Riscontrat­a la presenza di ftalati, vietatissi­mi dall’ue nelle plastiche dei giocattoli per bimbi

essere controllat­a e approvata la qualità dei materiali per scongiurar­ne la nocività. Gli ftalati sono vietatissi­mi nelle plastiche di giocattoli destinati all’infanzia e nei biberon. Chi li fabbrica o li vende con una concentraz­ione superiore allo 0,1% incorre in una sanzione penale, che prevede l’arresto fino a tre mesi o l’ammenda da 40.000 a 150.000 euro.

Il motivo della restrizion­e è dovuto proprio al pericolo da esposizion­e che può derivare dal masticare o succhiare oggetti che contengono questa sostanza. La norma cita testualmen­te «la presente direttiva si applica ai prodotti progettati o destinati ad essere utilizzati per fini di gioco da bambini di età inferiore a 14 anni».

Nessun regolament­o sui sex toys

Dal ministero dello Sviluppo economico spiegano che solo gli attrezzi elettronic­i hanno l’obbligo della marchiatur­a Ce. Secondo la legislazio­ne i sex toys non sono balocchi e quindi il mercato può produrre e vendere «giochi» che per loro natura entrano in contatto prolungato con le mucose, senza dover rispettare alcuna normativa sulla qualità dei materiali.

Suggerimen­ti per gli acquisti: comprare prodotti con marchio Ce e in silicone, diffidare di tutti gli altri.

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