Mattarella riparte dalle consultazioni Alla Camera asse M5s-centrodestra
Commissione speciale, alt alla riforma delle carceri. E non si occuperà di Rosatellum
Fissato per domani e venerdì il nuovo round di consultazioni al Quirinale. I Cinque Stelle saranno sentiti dopo il centrodestra. Non ci sarebbero ancora le condizioni per un incarico e, tra i dubbi del capo dello Stato sulla possibilità di effettuare un terzo giro, spunta l’idea di un esploratore. In Parlamento, intanto, si consolida l’asse tra M5S e il centrodestra. Ieri la Commissione speciale ha bloccato la riforma delle carceri.
Domani parte il secondo giro di consultazioni al Quirinale. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha programmato altri due giorni di incontri (giovedì e venerdì) con i partiti e le alte cariche dello Stato per cercare una sintesi sulla formazione del governo. E stavolta il centrodestra torna al Colle con una delegazione unica, e questa è la novità, ma vacilla anche l’originaria posizione monolitica del Pd («Mai con il M5S») ora che il ministro Dario Franceschini ha detto che «serve una nuova fase perché assistere non basta».
Il capo politico del M5S, Luigi Di Maio — che per ora Le tappe
● Domani inizia il secondo giro di consultazioni al Quirinale. Si comincia dai gruppi più piccoli, poi il Partito democratico, la delegazione congiunta del centrodestra e infine il M5S. Venerdì sarà il turno delle cariche istituzionali evita di incontrare il leader della lega Matteo Salvini — parla di «passi in avanti»: «I partiti hanno bisogno di un po’ di tempo. Sia nel Pd sia nel centrodestra ci sono evoluzioni e discussioni che io rispetto». Salvini non si sente tradito del tutto e la mette così: «Se Di Maio chiama io rispondo, è buona educazione. Io non l’ho chiamato...».
In Parlamento, però, i rapporti di forza, con l’emarginazione sistematica del Pd, seguono una strada già tracciata. Giorno dopo giorno, si consolida infatti l’asse M5scentrodestra. L’ultima prova di forza arriva dalle commissioni speciali di Camera e Senato che — in attesa di un governo espressione di una maggioranza — devono trattare, oltre al Def ancora in cantiere, i decreti legislativi lasciati in eredità dall’esecutivo guidato da Paolo Gentiloni: «È chiaro che c’è un accordo spartitorio cui non partecipiamo», ha detto il capogruppo dem Graziano Delrio quando ha appreso che domani M5S e centrodestra eleggeranno Giancarlo Giorgetti (Lega) come presidente della commissione speciale della Camera.
L’organismo provvisorio composto da 40 deputati (al Senato, la commissione gemella è presieduta dal grillino Vito Crimi) non si occuperà comunque della modifica della legge elettorale. La richiesta di esaminare in commissione il premio di maggioranza al Rosatellum l’ha avanzata il capogruppo di Fratelli d’italia, Fabio Rampelli: «Così, se le trattative per il governo dovessero finire in una palude, almeno avremmo nuove regole elettorali per tornare al voto...». Però, alla capigruppo, la proposta di FDI è stata bocciata per mancanza di unanimità e di precedenti specifici: contrari M5S («Ci sono profili di incostituzionalità su una legge elettorale che non passa dall’aula»), il Pd e Leu. Silenti gli altri.
L’asse M5s-centrodestra si è poi imposto per bloccare i decreti attuativi sulla riforma penitenziaria e sul lavoro in carcere. Ora tutto il pacchetto varato dai governi Renzi e Gentiloni è rinviato alle commissioni di merito che, però, verranno insediate quando ci sarà un nuovo esecutivo. Per questo il garante nazionale dei detenuti, Mauro Palma, ha appreso «con vivo stupore» la notizia di questo stop vicino al traguardo (la delega per perfezionare i decreti scade il 31 luglio) e ha rivolto un appello al presidente della Camera, Roberto Fico, affinché le forze politiche «rivedano l’ordine del giorno della commissione speciale». Anche per Walter Verini (Pd), «è un grave errore rallentare la riforma penitenziaria».
Il calendario
Domani e dopodomani torneranno al Colle le delegazioni dei partiti e quelle istituzionali