«Tangenti dai fornitori» Ai domiciliari 4 primari un imprenditore in cella
Milano, gli arresti negli ospedali «Pini» e «Galeazzi» Indagato per abuso d’ufficio l’ex procuratore di Pavia
Nuova inchiesta per tangenti nella sanità lombarda. Ai domiciliari per corruzione quattro primari degli ospedali Galeazzi e Pini, oltre al di- rettore sanitario di quest’ultima struttura. In cella, invece, l’imprenditore Tommaso Brenicci. Indagato anche l’ex sottosegretario della giunta Maroni, il magistrato in pensione Gustavo Cioppa: era il garante della legalità.
MILANO Sulla ricca torta della sanità lombarda tutti vogliono mettere le mani. La stragrande maggioranza, si spera, rispettando la legge, ma c’è qualcuno che è sempre disposto ad usare le mazzette, come svela l’ennesimo scandalo svelato dalla Procura di Milano con l’arresto di quattro primari, un manager e un imprenditore che scuote un settore che in Regione vale qualcosa come 18 miliardi l’anno di fondi pubblici.
Tommaso Brenicci è l’imprenditore che forniva articoli medicali al Galeazzi e al Pini, che definiva «l’ospedale più facile del mondo» perché lì aveva «amici» medici come Giorgio Calori, primario di «Chirurgia ortopedica riparativa», e Carmine Cucciniello, primario di «Ortopedia, traumatologia correttiva», ma anche il direttore sanitario Paola Navone, tutti e tre ora sono ai domiciliari per corruzione. Secondo le indagini della Guardia di Finanza di Milano, coordinate dai pm Letizia Mannella ed Eugenio Fusco, Brenicci (l’unico finito in carcere) tra il 2012 e il 2017 ha fornito sistemi per la rigenerazione dei tessuti ossei al Pini per 5,6 milioni di euro, circa il 12% di quanto acquistato dalla struttura nell’intero periodo, anche grazie all’aiuto dei due primari che gli garantiva una procedura che non prevedeva gara d’appalto. Chi pensa che le tangenti si paghino con la «vecchia» bustarella, ora ha un’ulteriore conferma che i sistemi di corruzione oggi sono molto più sofisticati. Infatti, Calori, sostiene l’accusa, avrebbe ricevuto oltre 200mila euro sotto forma di contratti di consulenza, che gli investigatori ritengono fittizi, la partecipazione al 33% in una società inglese proprietaria di brevetto per uno dei sistemi poi usati in ospedale, 128mila sterline giustificate con una transazione, il pagamento della partecipazione a un congresso a Parigi (5 mila euro) e una borsa Luis Vuitton da mille euro per la moglie.
A Cucciniello vengono attribuite consulenze per 16 mila euro, altri 16 mila in royalty per aver impiantato 475 protesi d’anca commerciate da una società dell’imprenditore e l’assunzione del figlio a 65mila euro l’anno.
L’indagine è il seguito di quella che un anno fa portò ai domiciliari il primario del Cto di Milano Norberto Confalonieri accusato di aver preso tangenti per impiantare le protesi d’anca e ginocchio di una azienda e di lesioni su pazienti. Nel filone che riguarda il Galeazzi, per il «compenso» ai primari Lorenzo Drago e Carlo Romanò oltre alle solite consulenze per 25mila euro a testa c’è anche il 25% (cadauno) di una società inglese che commercializza sistemi per la diagnosi delle infezioni osteoarticolari che, anche in questo caso, venivano impiegati nell’ospedale. Come il «Microdttect» per la cui introduzione al Pini Navone (per lei si parla del pagamento di un congresso a Parigi da 5.000 euro, di uno in Alto Adige e di un cesto con salmone e caviale nel Natale 2016) avrebbe brigato con Calori, e con l’intervento di Gustavo Cioppa, ex procuratore di Pavia e allora sottosegretario alla Presidenza della Regione, indagato per abuso d’ufficio e favoreggiamento, spingendo perché la Regione assegnasse al reparto di Calori il ruolo di Polo regionale per le infezioni articolari, come è avvenuto l’anno scorso.