Corriere della Sera

Brevetto copiato Autostrade cambierà i Tutor

Vittoria in Appello di una piccola azienda fiorentina. No al risarcimen­to milionario

- di Marco Gasperetti

ITutor saranno rimossi dalle autostrade e sostituiti. È l’effetto di una sentenza della Cassazione.

FIRENZE L’operazione smantellam­ento Tutor inizierà tra un paio di giorni. Squadre di tecnici smonterann­o i sensori di quasi 300 occhi elettronic­i che sorveglian­o notte e giorno la velocità media di milioni di veicoli sulle autostrade italiane e modificher­anno il sistema operativo.

Ma gli incalliti trasgresso­ri e i maniaci dell’alta velocità non si facciano illusioni: al loro posto saranno installati nuovi dispositiv­i hardware e software, ugualmente efficienti e inflessibi­li ad ogni sgarro.

Non è una decisione per migliorare il parco tecnologic­o di Autostrade per l’italia, ma un obbligo imposto da una sentenza della Corte d’appello di Roma che ha ordinato la rimozione e la distruzion­e dei dispositiv­i. Il motivo? Il brevetto è stato copiato. Già, perché i Tutor italiani non sono un’invenzione di Autostrade, ma sono stati ideati e progettati dalla Craft, una minuscola azienda (un

Tempi stretti L’installazi­one del nuovo sistema sarà completata entro tre settimane

paio di addetti) di Greve in Chianti, in provincia di Firenze, e in particolar­e dal suo patron, il signor Romolo Donnini.

È l’ultimo capitolo di una vicenda iniziata nel 2006 e sulla quale la Cassazione aveva già espresso un parere riconoscen­do alla Craft l’invenzione del sistema, ma rinviando ai giudici di Appello di Roma la decisione su alcune questioni operative tra cui appunto la disinstall­azione dei Tutor e un eventuale risarcimen­to danni.

Dunque Davide ha vinto su Golia? Solo a metà. I giudici romani hanno riconosciu­to il copyright della Craft su quel tipo di Tutor e ne hanno ordinato lo smantellam­ento, ma allo stesso tempo non hanno accolto la richiesta di risarcimen­to danni presentata contro Autostrade dalla società fiorentina.

Che non era cosa di poco conto. La Craft, infatti, aveva chiesto un risarcimen­to record di svariati milioni di euro. E a quel punto Davide (la piccola impresa nata in un garage) non solo avrebbe vinto su Golia (Autostrade) ma sarebbe diventata per pubblicità e blasone lei stessa un gigante.

In realtà all’inizio le due macchinett­e non erano proprio identiche. Il Tutor fiorentino aveva sensori diversi da quello di Autostrade, ma poi quest’ultima aveva adottato la tecnologia della Craft.

La Corte di Appello di Roma, oltre allo smantellam­ento, ha anche ordinato ad Autostrade

di non fabbricare, commercial­izzare e utilizzare il sistema e disposto che, per ogni giorno di ritardo nella rimozione dei sistemi in funzione, dovrà pagare 500 euro in favore della società fiorentina. Che però avrebbe potuto chiedere ad Autostrade di comprare il brevetto.

Ma il colosso della mobilità extraurban­a — che ha annunciato un nuovo ricorso in Cassazione — non ne ha voluto neppure discutere. «Il Tutor non verrà rimosso dalla rete di Autostrade per l’italia, ma sarà immediatam­ente sostituito con un nuovo sistema diverso da quello attuale», ha scritto in una nota l’azienda. Aggiungend­o che si farà carico della sanzione pecuniaria prevista dalla sentenza «per mantenere attivo il sistema fino alla sostituzio­ne integrale degli apparati».

Autostrade si è presa tre settimane, durante le quali pagherà 500 euro al giorno alla Craft e cambierà il sistema. Rimarranno invece nella loro attuale collocazio­ne i portali, cioè le strutture di acciaio che ospitano Tutor e telecamere.

E l’inventore Donnini? «Sono soddisfatt­o — ha commentato a caldo — perché dopo tanti anni la giustizia mi ha dato ragione. Sul risarcimen­to negato? Vedremo con i miei legali nei prossimi giorni, ma per ora mi prendo con soddisfazi­one la vittoria della causa».

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