Corriere della Sera

«È l’ospedale più facile del mondo Niente gare, basta avere un amico»

Per il gip nelle due strutture milanesi c’era «un collaudato sistema corruttivo»

- Di Giuseppe Guastella

Con un «collaudato schema corruttivo» le società dell’imprendito­re Tommaso Brenicci hanno goduto di una «crescita esponenzia­le dei volumi di vendita», annota il gip di Milano Teresa De Pascale che ha ordinato i sei arresti nell’ultima inchiesta sulle tangenti nella sanità lombarda. Le carte rivelano lo sfondo a tratti squalido e venale su cui si è mossa l’inchiesta.

Scarsa trasparenz­a

A novembre del 2016 Brenicci viene intercetta­to mentre spiega a una collaborat­rice come riesce a saltare le gare d’appalto con l’aiuto dei primari che dichiarano che debbono per forza usare i suoi prodotti: «Il Pini è l’ospedale più facile del mondo (...) perché non ci sono gare, se sei amico di un chirurgo usi i prodotti che vuole, cioè è tutto libero, tutto libero».

È una frase che, annota il gip, fa luce sulla «scarsa trasparenz­a e legalità nelle pubbliche forniture dell’istituto».

Regalo da 30 mila euro

Brenicci non delude gli investigat­ori anche quando parla del primario Giorgio Maria Calori che, in difficoltà per aver speso troppo per una casa, gli chiede 150mila euro in prestito: «Deve pagare il mutuo (...) gliene regalerò 30 mila (perché) preferisco perderne 20 o 30 (...) perché se inizio a dargli i soldi, poi dopo te ne chiede altri (...) d’altra parte si è incasinato, ha comprato sta casa da 330 metri e ha speso 600 mila euro per metterla a posto». Per questo, secondo il giudice, è sempre a caccia di soldi.

L’ex procurator­e di Pavia Gustavo Cioppa (solo indagato per abuso d’ufficio e favoreggia­mento) parla dell’amico Calori con una «sgradevole sensazione di cupidigia». Racconta a un conoscente una «scena allucinant­e» in cui Calori, che doveva redigere una perizia medica per una «vecchietta morta di fame» che «già aveva pagato 300 euro di visita (...), ha fatto una relazione di due pagine e le ha chiesto 1.200 euro (...) A me stava quasi venendo di intervenir­e» quando Calori, aggiunge l’ex magistrato, alla donna che ha chiesto di pagare in due rate, avrebbe risposto: «Allora la perizia la prossima volta gliela farò in due tempi” (...). Come clinico numero uno, come chirurgo e come umanità zero spaccato».

«È un chirurgo ortopedico tra i più interventi­sti, incline a operare anche quando le condizioni mediche del paziente non lo esigerebbe­ro» anche per fare soldi, scrive il giudice. Sembra confermarl­o il primario Cucciniell­o, anche lui ai domiciliar­i, che lo definisce un «delinquent­e vero» come quando ha paventato a un «facoltoso paziente l’esistenza di una grave infezione» che avrebbe portato «all’amputazion­e di un piede» se non fosse stato operato in una clinica in cui lui lavorava privatamen­te. Cucciniell­o dice che il paziente gli ha raccontato di come Calori gli disse di sottoporsi a una «Tac urgentissi­ma»

Crescita esponenzia­le Grazie agli appalti facili l’impresa di Brenicci avrebbe «goduto di una crescita esponenzia­le»

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 ??  ?? Ai domiciliar­i A sinistra, il primario dell’ospedale Gaetano Pini-cto di Milano Giorgio Maria Calori, 61 anni, e, qui sopra, il collega Carmine Cucciniell­o, 61. A destra, il chirurgo Carlo Romanò, 54 anni, e Lorenzo Drago, 55, responsabi­le del laboratori­o di analisi all’ospedale ortopedico Galeazzi. Per tutti loro l’accusa è di corruzione. È invece indagato per favoreggia­mento e abuso d’ufficio Gustavo Cioppa, ex sottosegre­tario alla presidenza della Regione Lombardia
Ai domiciliar­i A sinistra, il primario dell’ospedale Gaetano Pini-cto di Milano Giorgio Maria Calori, 61 anni, e, qui sopra, il collega Carmine Cucciniell­o, 61. A destra, il chirurgo Carlo Romanò, 54 anni, e Lorenzo Drago, 55, responsabi­le del laboratori­o di analisi all’ospedale ortopedico Galeazzi. Per tutti loro l’accusa è di corruzione. È invece indagato per favoreggia­mento e abuso d’ufficio Gustavo Cioppa, ex sottosegre­tario alla presidenza della Regione Lombardia
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L’ordinanzaI­l frontespiz­io della richiesta di misure cautelari firmata dalla gip Teresa De Pascale

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