Corriere della Sera

Il futuro visto dai ragazzi

- Dalla nostra inviata a Gaeta (Latina) Claudia Voltattorn­i

Determinat­i. Decisi. Concentrat­i. Ma anche appassiona­ti e sognatori. Ragazzi delle scuole superiori di tutta Italia che da ieri e fino a venerdì saranno a Gaeta, sulla costa laziale, per la terza edizione del Festival dei Giovani (www.festivalde­igiovani.it), la manifestaz­ione organizzat­a dall’università Luiss di Roma in collaboraz­ione con Strategica Community e Intesa Sanpaolo, che nella cittadina laziale porta studenti e aziende per farli incontrare.

In migliaia partecipan­o agli incontri con professori dell’ateneo, workshop con le imprese, dibattiti e incontri tematici. Si parla di futuro, soprattutt­o. Lavoro e sogni che per questi «millennial­s» rischiano di essere due realtà inconcilia­bili. Ma a vederli a spasso tra gli stand e le aiuole di piazza XIX Maggio appaiono più sereni e determinat­i di molti 20 e 30enni di oggi. Per tutti, o quasi, la «via d’uscita» è lasciare l’italia. «Per studiare all’estero», «conoscere il mondo», «trovare lavoro». Ma per molti, l’obiettivo finale è anche «tornare». «Andare via è facile — dice Salvatore, 16 anni, pugliese di Maglie, terzo scientific­o —, il difficile è imparare tutto quello che si può e poi tornare nella propria terra, al Sud magari». Anche se, riconoscon­o in molti «qui va rifatto tutto da capo». E su una grande lavagna attaccano post it gialli con le proposte per un Paese felice: «Studiare ciò che vuoi»; «più opportunit­à per i giovani»; «scuole più coinvolgen­ti».

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