«Si tenta anche l’impossibile»
Il dovere è battere il Real. Buffon sdrammatizza: «Se usciamo continuo...»
MADRID C’è un clima un po’ così, perché la Juve non vuole vendere illusioni in una vetrina di lusso come il Bernabeu, ma nemmeno collezionare pentimenti. Allora ci pensa Gigi Buffon a sdrammatizzare: il capitano di mille battaglie fa intendere di poter essere all’ultima esibizione in Champions, se la Juve non passerà il turno. Ma come avrà motivato i compagni alla vigilia di una missione che sembra impossibile? «Prima della vittoria col Barcellona un anno fa dissi che se non prendevo gol (come poi è stato, ndr) avrei smesso. Stavolta invece li ho stimolati dicendo che se usciamo dall’europa continuo a giocare...».
Gigione se la ride. Ma qui (ancor di più dopo l’impresa della Roma, alla quale la Juve fa subito i complimenti via Twitter) nessuno è in gita premio e c’è la voglia di «fare una partita completamente diversa dall’andata, anche se le possibilità di passare il turno sono poche: cancellare quel 3-0 è un dovere» come dice Massimiliano Allegri. Del resto è il minimo che ci si può aspettare da un gruppo che in questa Champions non si è quasi mai espresso sui livelli dello scorso anno, a parte nei tre minuti in cui ha ribaltato la partita a Wembley contro il Tottenham: «Le rimonte incredibili ci sono
state in passato, ma dipende anche dalla consistenza dell’avversario — riconosce Buffon — . Però bisogna tentare per forza l’impossibile, perché se ti spingi oltre magari rischi di conseguire qualcosa di più umano, come ad esempio uscire dal Bernabeu con buone sensazioni. Abbiamo prima di tutto bisogno di questo: di sentirci di nuovo all’altezza dei migliori».
Chiamatela «Operazione bella figura», perché una terza sconfitta pesante contro Ronaldo e soci, dopo quelle di Cardiff e Torino, sarebbe problematica da smaltire, nella complessa costruzione dell’autostima europea dei bianconeri. Per reggere meglio l’urto del Real e per attaccare una difesa priva di Ramos, la Juve si presenta con due uomini chiave rispetto all’andata, Benatia e Pjanic ma senza Dybala, squalificato. Un’assenza pesante, anche se senza la Joya la Juve ha dato il via al lungo ciclo di partite vincenti e sempre solide, che ora sembra essersi interrotto, coi sei gol subiti nelle ultime tre uscite, compresa quella di Benevento.
Il ballottaggio in attacco è tra Mandzukic e Cuadrado, col colombiano che sembra più incisivo. Higuain torna al Bernabeu per la prima volta da avversario e a Madrid due settimane fa ha preso 6 gol dalla Spagna, con la maglia dell’argentina: una risposta di personalità da parte sua farebbe notizia. Anche perché, come si sforza di ripetere Allegri, «magari stavolta segniamo subito noi, chi può dirlo. Ci vede tutto primo all’ultimo minuto».
Se sapesse che prima del suo ingresso nella saletta di Valdebebas andavano in onda i gol della finale di Cardiff, alternati al suo discorso nell’intervallo in cui spiega alla squadra, in modo profetico, come far male alla Juve, allora l’allenatore del Real si mostrerebbe ancora più preoccupato. Però quei gol, come del resto il risultato di Torino, dicono che il divario tra il calcio italiano e quello spagnolo è sempre più ampio. E il Real ci sguazza che è un piacere: A colloquio Zinedine Zidane, 45 anni, e Cristiano Ronaldo, 33: il tecnico del Real Madrid in questi giorni ha cercato di tener alta la concentrazione dei suoi, non si fida della Juve (Ansa) il mondo e dobbiamo fare una partita sensata, tosta, giusta. Che ci dia la forza anche per la volata finale tra campionato e Coppa Italia».
Lo snodo insomma è più importante di quello che dicano i numeri: su 221 precedenti di vittorie 3-0 in trasferta solo lo Slovan Liberec contro la Dinamo Bucarest nei preliminari di Europa League 2009 non ha poi passato il turno. Ma quel 3-0 lo aveva ottenuto a tavolino, per invasione dei tifosi rumeni. Qui il pubblico vuole
Allegri Magari stavolta segniamo subito noi: ci vede tutto il mondo e dobbiamo fare una partita sensata, tosta e giusta: che ci dia la forza per scudetto e Coppa Italia
Il tweet per la Roma «Complimenti alla Roma per la grande vittoria e il passaggio alle semifinali»
omaggiare a modo suo Buffon, che già a settembre in Spagnaitalia raccolse palloni nella rete e applausi in egual misura: «Non mi aspetto niente — spiega Gigi — ma già allora sono stati molto carini con me. C’è la possibilità che sia la mia ultima in Champions, ma questo non mi deprime né mi suscita pensieri negativi, anzi. Se dovesse accadere, da bimbo avrei firmato per finire al Bernabeu contro il Real». Certe notti, più che la meta, conta il viaggio. «Non penso che sia per un problema di debolezza del calcio italiano, quanto piuttosto per la forza di quello spagnolo. La Liga è un gran campionato, il più competitivo, perché anche l’ultima in classifica gioca per attaccarti. È la Liga che è fortissima».
La differenza resta. Come quella scavata da Cristiano Ronaldo a segno in Champions da 10 gare di fila («Impossibile immaginare un Real senza di lui») e quella che può marcare l’assenza di capitan Sergio Ramos: al suo posto il favorito è Casemiro, che lascerebbe quindi spazio a Kovacic in mediana. Altrimenti toccherà al giovane Vallejo, che non è al top. Ma per i madridisti non fa molto differenza.