Corriere della Sera

Hamilton deciso a risolverlo

Pneumatici troppo sollecitat­i, effetto «lavatrice» e muretto in crisi di idee

- Marco Letizia

● Il prossimo Gp si corre domenica in Cina a Shanghai su un circuito sulla carta favorevole alla Mercedes: Lewis Hamilton ci ha vinto cinque volte, tre con la Mercedes e 2 con la Mclaren mentre Vettel solo una con la Red Bull

Due gare di fila a inizio stagione la Mercedes non le aveva mai perse dall’inizio della F1 ibrida, nel 2014. Era successo soltanto in un’occasione, quattro anni fa a Mondiale inoltrato, di vedere Daniel Ricciardo far festa due volte di seguito, a Budapest e Spa. Ma erano circostanz­e particolar­i: in Belgio Nico Rosberg aveva speronato Lewis Hamilton.

Adesso è tutto diverso e fa effetto sentire l’analisi a mente fredda del d.t. James Allison sulla gara in Bahrein: «Non abbiamo capito la strategia di Vettel, siamo stati lenti a reagire. Pensavamo di avere la vittoria in mano». La doppia sberla rimediata dalla Ferrari è stata dolorosa e inattesa per lo squadrone abituato a stravincer­e (63 centri in 81 Gp). Parlare di crisi è eccessivo, come dire che il Real non brilla più perché è quarto nella Liga. Ma più di qualcosa

Come si vincono i 400 metri? Semplice: parti forte, acceleri in curva e sprinti in rettilineo. Una ricetta che potrebbe funzionare anche in F1 per la Mercedes: conquisti la pole, parti in testa, inanelli giri veloci e tagli per primo il traguardo. Peccato però che in pista ci siano gli avversari.

Premesso che solo aspetti imprevisti, un baco del software in Australia, l’inattesa durata delle gomme di Vettel in Bahrein e naturalmen­te i grandi meriti della Ferrari, hanno impedito finora alle Frecce d’argento di vincere, che cosa deve fare la scuderia tedesca per tagliare per prima il traguardo d’ora in avanti? La prima risposta la fornisce Toto Wolff, team principal delle Frecce d’argento: «La competizio­ne è estremamen­te ravvicinat­a e la corsa di Melbourne era già stata un forte promemoria che non c’è assolutame­nte alcun margine per imperfezio­ni o errori nella lotta per il titolo quest’anno».

Quindi, per prima cosa, niente più errori o rigidità di strategia. Piloti e membri del team devono avere sempre chiaro cosa fare nei vari momenti della corsa. Cosa che sembra non essere successa nell’ultimo Gp come confessa lo stesso Hamilton: «A un certo punto della gara ero convinto che i ragazzi della Ferrari avrebbero fatto due pit stop, quindi ho deciso di conservare le gomme per fine gara quando avrei avuto Vettel alle non va nel garage grigio, al di là dei meriti della Rossa che è cresciuta tantissimo.

Il deserto ha messo a nudo diverse magagne. La prima: su una pista piena di accelerazi­oni e decelerazi­oni e con un asfalto molto abrasivo, la W09, una creatura «estrema» che stressa tanto le gomme posteriori, è andata in bambola con le supersoft.

Soffriva di un male, chiamato in gergo tecnico «wash out», una specie di effetto lavatrice: le coperture vengono sollecitat­e in modo eccessivo, si scaldano troppo e funzionano male. È successo nelle qualifiche, dove è maturata la sconfitta di domenica. Il problema è il surriscald­amento: rispetto al 2017 gli pneumatici rossi hanno una diversa finestra di utilizzo (fra i 90 e 110 C°) in cui le Frecce d’argento non si trovano a loro agio. E se in gara Valtteri Bottas (Hamilton è partito con le soft) è riuscito a sfruttarle meglio che in qualifica è perché alla domenica si utilizzano mappature del motore meno esasperate e quindi più «gentili» con le mescole.

Anche in Australia la Mercedes non ha avuto grane perché era un circuito completame­nte diverso da quello di Sakhir. Ma il problema, si dice, può riproporsi su tracciati dove conta la trazione, non solo Montecarlo e Budapest da sempre critici ma anche Baku e Sochi potrebbero essere insidiosi se non sarà trovato un antidoto. E già

Macchina estrema

La W09 stressa molto le gomme posteriori E non è facile trovare assetti e bilanciame­nto

I punti di svolta le Frecce d’argento è che, al momento, non c’è quella distanza tra le vetture a vantaggio della Mercedes che era evidente in alcune corse dello scorso anno. Per usare ancora una volta le parole di Toto Wolff: «Per vincere quest’anno dobbiamo fare il massimo». Ecco il quarto punto: non bisogna più commettere errori. La Mercedes quest’anno non è nettamente superiore alle altre, Ferrari in testa, ma sicurament­e non è inferiore alla Rossa. Il confine tra vittoria e sconfitta è quindi diventato sottilissi­mo.

E se di una cosa possono essere contenti nella scuderia tedesca è che hanno mantenuto l’atteggiame­nto giusto. Nessuna soddisfazi­one per un secondo e terzo posto in Bahrein, che pure peserà per la classifica costruttor­i. Del resto, come diceva Enzo Ferrari, «il secondo è solo il primo degli ultimi».

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(Ap) Veloce Lewis Hamilton, 33 anni, 4 titoli mondiali
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