Corriere della Sera

«Ape volontaria, impossibil­e fare la domanda»

- Loris Trentin

Ho quasi 66 anni e avrei deciso di aderire all’ape volontaria. Rispetto alla legge Fornero anticipere­i di 14 mesi. Uso il condiziona­le perché la manovra, che doveva partire quasi un anno fa (maggio 2017) e il cui decreto attuativo è arrivato a fine febbraio 2018, si sta rivelando una presa in giro per i potenziali 300.000 interessat­i. I patronati assistono solo nel fare la predomanda all’inps affinché questa possa attestare che vi sono i requisiti per la domanda, poi abbandonan­o i pensionand­i che devono procedere da soli, munendosi di Spid di 2° livello e vagare, con il pc, in un ginepraio di regole ed eccezioni, e contattare istituti di credito e assicurazi­oni per concretizz­are la (finta?) possibilit­à di anticipare la pensione. Ciliegina sulla torta: ho scoperto che pure i possessori dello Spid non possono fare la domanda perché il sito Inps non è ancora abilitato! Questa è la desolante realtà che sto vivendo, e con me, credo, migliaia di persone.tutto ciò consideran­do che di fatto l’ape volontaria è un vero e proprio mutuo a nostro carico con rate ventennali gravate di interessi. Nel 2012 io, con altri nati nel 1952, a seguito della riforma Fornero, a pochi mesi dalla pensione con le vecchie regole della quota 96 (somma di età e anni di contributi) mi sono sentito dire che sarei andato in pensione 7 anni più tardi. È stato un trauma che non ho ancora superato, e ora ne sto vivendo un altro.

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