La vita è fatta a U. Quindi ripartiamo
Smettete di chiamarla crisi. Quella di mezza età è invece una ripartenza. Un reboot (riavvio), come per il pc. Erroneamente inteso come periodo di malessere e d’insoddisfazione, ma che invece è transizione.
Negli ultimi anni, spiega Jonathan Rauch del Brookings Institution, a maggio in libreria negli USA con La curva della felicità. Perché la vita migliora dopo i 50 anni, la scienza ha dimostrato che umani e animali attraversano, intorno alla mezza età, un riavvio emotivo. Rivalutiamo le nostre priorità, i nostri obiettivi, e lo fa anche il cervello.
Perché la vita, scrive Rauch sul Washington Post, ha una forma ad U. L’entusiasmo e le aspettative dei 20 e 30 anni sono seguiti da un lungo periodo di riposizionamento. Che è una gran faticaccia, ma ci equipaggia con positività e saggezza per la nostra rinascita. Invece la cultura occidentale ha capovolto la U, sprecando il potenziale della tarda adultezza. «Istituzioni anacronistiche, idee e norme datate descrivono la vita come un arco, dove si progredisce fino alla mezza età, poi c’è il declino. Da cui la parola “crisi”, che indica qualcosa di estremo e di terribile: da evitare, o almeno nascondere. Un modello che aveva senso quando per affermarti avevi solo bisogno di un diploma e morivi a sessant’anni o giù di lì. Ma che oggi è obsoleto».
Va ripensato tutto. Raccontandoci la bugia della crisi creiamo orrore e vergogna intorno ad una fase non solo normale, ma anche positiva della vita. È ora di cambiare modello. E ripartire. Costanzardo