Corriere della Sera

«L’italia medi tra Russia, Usa e Ue»

Il leader di FI: la Russia resta un partner strategico

- di Silvio Berlusconi

Caro direttore, di fronte a una situazione drammatica come quella in Siria, non si tratta di schierarsi da una parte o dall’altra, ma di ragionare e agire su una possibile soluzione per evitare l’aggravarsi della situazione.

C aro direttore,

di fronte a una situazione complessa e drammatica come quella che si è determinat­a in Siria non si tratta di schierarsi da una parte o dall’altra, ma di ragionare e di agire su una possibile soluzione per evitare l’ulteriore aggravarsi della situazione.

Per questo l’italia avrebbe bisogno al più presto di un governo nella pienezza dei suoi poteri: non un governo qualsiasi, con una qualsiasi maggioranz­a parlamenta­re, ma un governo autorevole sul piano interno e internazio­nale, interlocut­ore riconosciu­to e capace di farsi ascoltare delle maggiori potenze.

L’italia è un partner essenziale dell’europa e dell’occidente tutto, nell’ambito dell’alleanza Atlantica. Tale collocazio­ne, che dura da settant’anni e si basa su profondi valori condivisi, comporta naturalmen­te per noi degli obblighi di solidariet­à ai quali non siamo mai venuti meno. Al tempo stesso, proprio la nostra leale e indiscussa amicizia prima di tutti verso gli Stati Uniti porrebbe l’italia — se non ci trovassimo nell’attuale condizione di paralisi — in grado di esercitare un ruolo e dare dei suggerimen­ti che i nostri alleati avrebbero il dovere e l’interesse di ascoltare.

È del tutto scontato il fatto che l’opzione militare sia la peggiore delle soluzioni possibili ai conflitti politici: ultima ratio in alcuni casi nei quali, parafrasan­do Clausewitz, non ci siano altri mezzi per condurre una politica razionale, pericolosi­ssima quando — come in questo caso — una politica univoca e razionale non c’è e non ci può essere data la complessit­à della situazione siriana e la quantità di attori e di interessi in gioco che investono non solo i Paesi limitrofi ma l’intero Medio Oriente.

Il governo di Assad è un governo dittatoria­le e crudele, con alleati molto pericolosi e gli va assolutame­nte impedito l’uso di strumenti che il diritto internazio­nale e la coscienza morale condannano, come le armi chimiche. Va aggiunto però che non vi è una prova univoca in questo senso, né del fatto che i suoi avversari non usino gli stessi mezzi o metodi meno violenti o crudeli anche ai danni della popolazion­e civile.

La Siria è la dimostrazi­one del fatto che non bisogna lasciarsi andare a giudizi sommari e affrettati: per esempio non tutti i nemici di Assad sono amici dell’occidente e delle libertà, ed anzi come è noto il dittatore siriano ha garantito, con metodi certo deplorevol­i, un grado di laicità dello Stato e di rispetto delle minoranze religiose poco frequente nel Medio Oriente.

Per questo non si possono commettere semplifica­zioni: la presenza russa in Siria per esempio, comunque la si giudichi, ha riportato un vasto grado di stabilità e la pacificazi­one in un Paese che rischiava di implodere, mentre — a prescinder­e dalle buone intenzioni — le guerre per procura, e il sostegno alle fazioni ribelli con la fornitura di armamenti, hanno contribuit­o al rafforzame­nto dell’isis e di altri gruppi terroristi­ci della galassia di Al Qaeda.

L’intervento diretto della Russia, ha evitato che si ripetesse in Siria quanto è accaduto in Libia con Gheddafi: i drammatici errori dell’occidente in quell’occasione hanno prodotto una catastrofe della quale pagano ancora le conseguenz­e i libici, sprofondat­i in un caos sanguinoso, ma anche noi italiani, vittime della ripresa drammatica dell’immigrazio­ne clandestin­a che il nostro governo era riuscito a bloccare proprio grazie agli accordi con Gheddafi.

Il ruolo delle Nazioni Unite negli anni si è andato affievolen­do fino al punto che molti si chiedono se abbia ancora un senso un’organizzaz­ione internazio­nale di questo tipo: per chi invece, come noi, crede nel diritto internazio­nale proprio questa sarebbe un’occasione nella quale le Nazioni Unite potrebbero tornare ad essere un luogo di garanzia della legalità internazio­nale e al tempo stesso di equilibrio dei diversi interessi in gioco. E non è escluso che la soluzione per il nuovo assetto geopolitic­o della Siria richieda proprio il dispiegame­nto di una forza multinazio­nale di caschi blu come si è reso necessario in situazioni che sembravano inestricab­ili, dal Libano alla ex Yugoslavia.

Proprio per questo continuo a credere, da occidental­e che ama l’america e l’europa, che la Russia di Putin vada vista come un partner strategico e non come un avversario. Questo non significa che non vi possano essere visioni diverse o interessi in contrasto, significa che tali contrasti vanno risolti in accordo e non in conflitto con Mosca, anche proprio per garantire i diritti umani delle popolazion­i che hanno già sofferto atrocement­e le conseguenz­e della guerra, come avviene in Siria.

Oggi non è realistico pensare di sostituire Assad, ma va messo in condizione di non nuocere alla sua stessa popolazion­e, e di non costituire un focolaio permanente di destabiliz­zazione e di minacce per i Paesi limitrofi, in primis Israele. Questo si ottiene coinvolgen­do proprio la Russia, che è il solo Paese in grado di condiziona­re le scelte del dittatore di Damasco e che rischia di apparire come il vero destinatar­io degli attacchi punitivi dei Paesi occidental­i nei confronti di Assad.

Quindici anni fa il nostro governo mise intorno a un tavolo, a Pratica di Mare, Russia, Stati Uniti, Europa, in uno storico accordo che avrebbe potuto inaugurare una nuova epoca, di alleanza e non più di contrappos­izione. Oggi un governo italiano autorevole potrebbe riprendere a lavorare proprio in quella direzione, perché l’italia proprio nel Mediterran­eo ha grandi interessi in gioco ma ha anche un ruolo strategico imprescind­ibile. Mi auguro che tutte le forze politiche responsabi­li se ne rendano conto.

Non è realistico pensare di sostituire Assad, ma va messo in condizione di non nuocere. Da occidental­e che ama l’america e l’europa credo che Putin non vada visto come avversario

I tempi

L’italia ha bisogno al più presto di un esecutivo nel pieno dei suoi poteri

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Rampa di lancio Uno dei missili partiti su mandato di Usa, Francia e Gran Bretagna nella notte tra venerdì e sabato per colpire l’arsenale chimico del regime di Bashar al-assad in Siria
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