DA GENOVA A DUBLINO CON UN’AUTO ELETTRICA: L’EUROPA FA SUL SERIO
Ese fossimo noi europei i principali nemici dell’europa? La Brexit inglese piuttosto che il germinare di movimenti anti europeisti sono segnali politici concreti che sarebbe pericoloso sottovalutare. Eppure di recente, anche se tendiamo a non parlarne abbastanza, l’europa sta facendo scuola proprio sul campo di quell’innovazione che tutti noi percepiamo come materia di scuola americana. Il caso Facebookcambridge Analytica con il richiamo dello stesso Zuckerberg alla nuova normativa sulla privacy europea, Gdpr, ne è un esempio. E sempre in questi giorni in cui la Formula Elettrica è sbarcata a Roma, un altro obiettivo raggiunto grazie ai cofinanziamenti della Commissione Ue dovrebbe farci riflettere sul nostro atteggiamento di latente e spesso ingiustificata sfiducia: per la prima volta si potrà partire da Genova e arrivare a Dublino con un’auto elettrica grazie a un percorso di colonnine a ricarica veloce, un quarto d’ora, quale che sia il modello, il fornitore di elettricità e anche il sistema di pagamento. Si tratta di un percorso altamente simbolico che collegherà il Nord al Sud del continente. Peccato solo che non si possa partire da Palermo o Reggio Calabria, questo sì. Il Mezzogiorno non andrebbe dimenticato. Ma ciò che in questo caso deve emergere è che mentre tutti noi abbiamo in mente un’automobile americana come modello del futuro che ci potrebbe affrancare dalla schiavitù del petrolio, la Tesla, l’europa sta affrontando la sfida elettrica. Non facile: la diffusione di colonnine con ricarica veloce non è solo un tema tecnologico (non ancora risolto), ma anche culturale. Il capitalismo petrolifero non vede di buon occhio la transizione. Per inciso Tesla, seppur naturalizzato americano, era serbo. E il motore elettrico a corrente alternata fu sviluppato in parallelo anche da un italiano che non ha goduto di pari fama: Galileo Ferraris. Come dice non senza ironia il filosofo Luciano Floridi le idee nell’antica Grecia c’erano ma questo non impedì a Socrate di fare una brutta fine. Le idee da sole non bastano, ci vorrebbe talvolta anche un po’ di marketing