Tim, la tedesca Svm (1%) con Elliott «Sul gruppo pesa lo sconto Vivendi»
Si profila un’affluenza record per l’assemblea del 24 aprile di Tim. È probabile che le azioni consegnate siano ormai arrivate oltre la soglia del 60% del capitale del gruppo che storicamente nelle assemblee registra una presenza attorno al 54-55%. Certo è che sarà forte la rappresentanza dei fondi esteri che in queste ultime settimane hanno comprato sul mercato e appaiono schierati con Elliott, il fondo americano promosso da Paul Singer che ha in portafoglio l’8,8% di Tim e che punta al 10%. Ieri si è aggiunto il fondo Shareholder Value Management (Svm), investitore attivista di Francoforte con 3 miliardi di asset in gestione, che ha dichiarato una partecipazione nella società dell’1%. Una quota che, secondo quanto dichiarato dallo stesso fondo guidato dal ceo Frank Fisher, potrebbe presto raddoppiare. Oltre a Svm, Elliott potrebbe contare sul supporto di Canada Pension Fund e forse di Blackrock (4,99%, di cui però una parte è oggetto di un prestito titoli e un’altra viene da posizioni lunghe). Non è ancora possibile contare i voti anti Vivendi (24%) che punta a fermare la revoca dei consiglieri francesi chiesta da Elliott. E non è scontato che i fondi riescano a fare muro. È possibile però che più forte è l’afflusso più rischia di diluirsi la posizione del gruppo presieduto da Vincent Bolloré. Sullo sfondo, c’è poi la Cdp, scesa in campo come investitore di lungo termine su un asset strategico.
Il fondo Svm ha scritto in una nota che attorno a Tim si può creare valore. «C’è una significativa discrepanza tra l’attuale prezzo di mercato e il valore intrinseco della società». Insomma, Tim registra uno «sconto Vivendi» che può essere rimosso con la nomina di un board indipendente».