Gol Interrotto
I nerazzurri non segnano più Subiscono l’atalanta Nella ripresa molto meglio
BERGAMO Un pari nella sofferenza. L’inter rischia, traballa, però alla fine resta in piedi. Lo 0-0 è un’occasione persa guardando la classifica, ma considerando la mezz’ora di fuoco con cui l’atalanta accende subito la partita, va accettato. Per larga parte del primo tempo c’è una sola squadra in campo e non è quella di Spalletti. Gomez, dopo 5 minuti, si divora l’opportunità più nitida e Handanovic per due volte salva il risultato sull’esordiente (dall’inizio) Musa Barrow, gambiano, classe ’99, un concentrato di esplosività.
La sensazione è che l’inter si sia nuovamente avvitata su se stessa: sbaglia l’approccio, avverte l’assenza sulla linea mediana dello squalificato Brozovic, per la terza volta consecutiva non vince (due punti raccolti) e non segna (non succedeva da febbraio 2012). Non solo. Nell’ultima mezz’ora, quando i bergamaschi hanno esaurito la spinta, non ha né la lucidità né la forza per capitalizzare le occasioni e portare a casa una vittoria che le avrebbe regalato il terzo posto almeno per una notte in attesa del derby di Roma. Invece in attacco gli spallettiani fanno scena muta. E sta diventando una triste abitudine. Icardi, che in questo stadio è ancora a secco, non ha neppure un’occasione. Perisic è impreciso, come Rafinha. Manca sangue freddo nell’area avversaria.
Il festival del nerazzurro non è come te lo aspetti. L’atalanta parte lanciata: baricentro alto, pressing, ritmo, perfetta occupazione degli spazi con Cristante e Gomez dietro Barrow. Spalletti sceglie di mettersi a specchio, con la difesa a tre molto ballerina, il centrocampo che non fa filtro, gli esterni Cancelo e soprattutto Santon fuori da tutto, la squadra scollata e Spalletti quasi incredulo con le mani in tasca e la camicia fuori dai pantaloni. La prima mezz’ora è una specie di assalto a forte Apache. Dall’errore clamoroso di Gomez, liberato dal filtrante di Cristante, alle paratone di Handanovic su Barrow prima di piede e poi di testa. Nel mezzo anche un rasoterra di Freuler.
L’inter è annichilita, tramortita, incapace di ripartire, anche di uscire dalla propria area. Cerca solo di far passare il tempo, limitando i danni senza un’idea di come uscire dall’inferno. Le contromisure sono invertire D’ambrosio con Skriniar e soprattutto arretrare il raggio d’azione di Rafinha, l’unico in grado di accendere il pensiero interista. Complice anche l’inevitabile calo fisico dell’atalanta, nell’ultimo quarto d’ora tocca ai nerazzurri di Milano sfiorare il gol due volte, sempre con Perisic e sempre in contropiede: la prima volta è reattivo Berisha, sulla seconda è sbagliata la mira del croato.
Nella ripresa Gasperini rinuncia a Barrow, spremuto, e prova con l’acciaccato Cornelius. La partita è più equilibrata. I bergamaschi non hanno più energia e l’inter prova a uscire dal guscio. Rafinha, prima di lasciare il posto a Eder, spreca una ghiotta occasione dentro l’area. L’italo brasiliano ha un buon impatto e impegna Berisha su punizione. Ma è troppo tardi. Lo 0-0 serve poco a entrambe.