Corriere della Sera

Gioia Primavera per una squadra ritornata a casa

- Di Aldo Grasso

La Primavera del Toro di Federico Coppitelli ha messo il sigillo sull’ottava Coppa Italia, espugnando San Siro per 1-0, dopo il 2-0 dell’andata al Filadelfia. Per chi crede ancora ai sogni, per chi crede che il calcio sia un’emozione che suscita altre emozioni, questa Coppa ha un valore speciale perché coincide con la rinascita del Filadelfia. Noi del Toro siamo fatti così, un po’ passionali. Il Fila era un vecchio stadio da 30 mila posti, gradinate e tribune a un metro dal terreno. Uno stadio dove il Grande Torino non aveva mai perduto per quasi sei anni, dove in cinque campionati le squadre ospiti erano riuscite a portare via appena otto punti. Gli eroi della mia adolescenz­a sono tutti nati al Fila: Vieri, Poletti, Buzzaccher­a, Cella, Rosato, Ferrini. E poi Agroppi, Pulici, Zaccarelli... L’ultima volta che il Toro Primavera ha vinto la Coppa era il 1999 e, fra i ragazzi allenati da Claudio Sala, c’erano Balzaretti, Semioli, Sorrentino. Un piccolo sogno si è realizzato (il gol di Borello a San Siro è stato in puro stile Iago Falque), il pantheon è stato ricostruit­o, la memoria ha ritrovato il suo cammino. Per anni siamo stati una squadra sempre in trasferta, adesso siamo tornati a casa, meno spaventati da quella scossa irrazional­e che si chiama tifo.

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