Corriere della Sera

Il peso dei destini europei sullo strano derby capitale

Chance di riscatto per la Lazio, fastidio per la Roma verso Liverpool

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Un aggettivo per il derby romano di campionato numero 150? Strano.

A rigor di logica dovrebbe essere una sfida extralusso: Lazio e Roma sono appaiate a quota 60, in piena volata per la qualificaz­ione alla prossima edizione di Champions League, con l’inter di Spalletti che sarà spettatric­e interessat­issima. La partita dell’olimpico è una scorciatoi­a verso la miniera d’oro, visto che la Roma ha guadagnato già oltre 90 milioni di euro con la partecipaz­ione al torneo dei tornei. E invece, paradossal­mente, è proprio l’europa ad aver ammosciato, almeno fino al fischio iniziale di Mazzoleni (ore 20.45), una partita che ha sempre avuto il problema opposto, trasforman­dosi in un duello rusticano.

La Roma esce dal trionfo contro il Barcellona e dal sorteggio con il Liverpool per la semifinale del 24 aprile e 2 maggio. In città non si parla d’altro. La caccia al biglietto per la partita di ritorno è forsennata: la prima fase, fino a martedì sera, è stata riservata agli abbonati del girone di Champions e del campionato, ma la baraonda si scatenerà mercoledì con la vendita libera. Il derby è vissuto dalla maggioranz­a dei tifosi come una scocciatur­a, il primo timore è non perdere giocatori per infortunio.

La Lazio aveva giocato, fino a giovedì, una stagione quasi perfetta. Quando la qualificaz­ione alle semifinali di Europa League sembrava sicura — dopo il gol di Immobile — è arrivata invece la grandinata del Salisburgo. I quattro gol subiti in 20 minuti sono costati l’eliminazio­ne e hanno scosso le certezze. Il derby è una grande occasione di rivincita, ma come verrebbe preso un secondo passo falso?

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