Gli effetti collaterali contano Bisogna parlarne con il medico
Avolte la mancata aderenza alle cure dipende dagli effetti collaterali dei farmaci, che per qualcuno possono essere troppo difficili da sopportare. Lo ha sottolineato uno studio inglese pubblicato di recente su Diabetes, Obesity and Metabolism per il quale sono stati valutati circa un milione e seicentomila pazienti con diabete di tipo 2 per capire quanto seguissero i trattamenti prescritti: i dati mostrano che la metformina, per esempio, è abbandonata da circa un terzo dei diabetici perché provoca disturbi gastrointestinali come la diarrea, mentre solo il 10-20% smette di prendere gli inibitori del DPP4 che in genere sono meglio tollerati; fra i medicinali da iniettare, gli agonisti del recettore per GLP-1 come exenatide, da assumere due volte al giorno, sono messi da parte più dell’insulina. Anche la modalità di cura infatti incide, perché più sale il numero di somministrazioni giornaliere, più cresce la probabilità che il far- maco prima o poi venga dimenticato. «Alcuni vengono percepiti o sono più “semplici” da prendere rispetto ad altri e questo facilita l’aderenza — spiega Andy Mcgovern dell’università del Surrey, coordinatore della ricerca —. Tenere conto di questi fattori è indispensabile. Qualunque paziente che abbia difficoltà a seguire il regime prescritto per via degli effetti collaterali o perché le somministrazioni sono troppe, deve parlarne al medico. Nel caso del diabete di tipo 2 le opportunità oggi sono tante ed è possibile trovare un’alternativa».
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La tollerabilità può variare da persona a persona e spesso ci sono alternative valide