Corriere della Sera

Si può praticare a qualsiasi età purché cuore e ossa siano «in forma»

- Antonella Sparvoli

alle domande dei lettori sulla medicina sportiva all’indirizzo

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L’arrampicat­a è uno sport nato ufficialme­nte nel 1985 a Bardonecch­ia. Ha quindi solo una ventina d’anni, ma gli adepti sono sempre più numerosi. Se fino a qualche tempo fa le palestre con pareti per l’arrampicat­a indoor erano difficili da trovare, oggi sono sempre più numerose. Così chi ama il free climbing su roccia adesso ha la possibilit­à di allenarsi al chiuso e poi «sperimenta­rsi» su pareti naturali. Alcuni si fermano alla semplice pratica in palestra, un ottimo allenament­o completo se praticato con costanza almeno un paio di volte a settimana.

Quali sono i punti di forza di questo «nuovo» sport?

«Innanzitut­to ha il vantaggio di fornire una buona preparazio­ne per tutte le qualità fisiche. Sebbene non sia una tipica attività cardiovasc­olare basta provare qualche volta per rendersi conto che fiato e resistenza servono parecchio. Altra qualità necessaria per arrampicar­si è la forza: per lo più si fanno sforzi isometrici e isotonici, necessari per mantenere a lungo una posizione in parete non solo con gambe e braccia, ma anche con il core, il nostro corsetto naturale costituito da addominali, lombari e glutei. L’arrampicat­a rinforza e tonifica così quasi tutti i gruppi muscolari, compresi mani e piedi. Elasticità muscolare, allungamen­to ed equilibrio sono altre doti fisiche esaltate dal free climbing. Per arrampicar­si, non basta però essere forti, bisogna anche muoversi in modo fluido, con grande coordinazi­one e armonia— spiega Gianfranco Beltrami, specialist­a in medicina dello sport e vicepresid­ente nazionale della Federazion­e medico sportiva italiana—. I risvolti positivi si hanno anche a livello mentale: meno stress, meno ansia e più concentraz­ione. Ogni volta che si raggiunge l’obiettivo che ci si è prefissati, poi, a trarne vantaggio è anche l’autostima»

Per chi è indicata l’arrampicat­a?

«Si tratta di un’attività adatta a tutte le età, dai 4-5 anni fino anche ai 70. L’importante è avere un apparato cardioresp­iratorio efficiente e non essere portatori di problemati­che a livello muscolosch­eletrico o articolare. È ovvio che se si hanno dolori o patologie, per esempio, a una spalla, a un polso o alla caviglia, bisogna sospendere l’attività almeno fino a che non si è risolto il problema. In forma ludica piace moltissimo e fa benissimo ai bambini, che per natura amano arrampicar­si e lanciarsi in nuove avventure. Nei più piccoli aiuta ad affinare gli schemi motori di base, la coordinazi­one oculo-motoria e l’equilibrio. L’arrampicat­a è molto adatta anche per le donne che, avendo mani e piedi più piccoli degli uomini e una buona apertura delle anche, riescono in genere a muoversi sulle pareti con grande agilità».

Comporta qualche rischio?

«L’attività outdoor comporta indubbiame­nte alcuni rischi, ma se si rispettano tutte le precauzion­i necessarie per arrampicar­e in sicurezza, dall’attrezzatu­ra adeguata alla scelta di percorsi adatti alle proprie capacità, questi si possono ridurre. Tra le pratiche sportive rischiose, l’arrampicat­a è comunque quella che probabilme­nte prevede più misure di sicurezza: dal casco, all’imbrago. In palestra i rischi si riducono moltissimo, ma ci vuole sempre buon senso: la padronanza non appropriat­a delle tecniche assicurati­ve può comunque comportare la caduta a terra. Certo, meglio cadere su un materasso e da un’altezza limitata che non su una roccia».

Le mani distanziat­e mantengono il climber in equilibrio

La testa è mantenuta distante dalla roccia, per consentire una visuale più ampia

Per prepararsi all’arrampicat­a bisogna innanzitut­to fare e procedere per gradi, evitando sforzi eccessivi

Per iniziare di solito ci si allena su pareti alte circa 3/5 metri con inclinazio­ni variabili e sul muro-boulder, una struttura bassa alla cui base sono posti specifici materassi, dove ci si arrampica senza le corde di sicurezza I principian­ti possono avere problemi con braccia, mani e dita che, non essendo abbastanza forti, richiedono un allenament­o extra, per esempio con la trave per arrampicat­a

Dopo l’allenament­o, si raccomanda sempre un po’ di stretching

Durante la salita, questa gamba sostiene la maggior parte del peso

Il ginocchio ruotato verso l’esterno permette di avvicinare il bacino alla parete e di diminuire la leva sfavorevol­e

Questa gamba è pronta a spingere il climber verso l’alto

L’arrampicat­a indoor è una disciplina accessibil­e a tutti, compresi i bambini (di solito sotto forma di gioco, dai 4 anni in su). Oltre a essere propedeuti­ca per le attività di climbing all’aperto su roccia, rappresent­a di per sé un allenament­o

Prima di avvicinars­i a questo tipo di attività, è sempre consigliab­ile una visita medico-sportiva. L’arrampicat­a richiede una perfetta efficienza cardioresp­iratoria e l’assenza di problemati­che muscolosch­eletriche e articolari L’arrampicat­a outdoor è uno sport pericoloso, a causa di pericoli oggettivi legati all’ambiente e pericoli soggettivi propri della componente umana. Per avventurar­si in imprese all’aperto occorre affidarsi a istruttori competenti, utilizzare una buona attrezzatu­ra e aver acquisito una buona tecnica

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