Milan e Napoli si assomigliano ma il risultato è un assist per la Juve
Partita intensa che si chiude con una superparata al 92’ di Donnarumma su Milik
MILANO Probabilmente suo malgrado, Milano consegna lo scudetto alla Juventus. Il Napoli, dopo aver pareggiato contro l’inter, non va oltre lo 0-0 con il Milan. Fanno zero gol segnati e 4 punti persi a San Siro. Per la verità, la squadra di Maurizio Sarri è andata molto vicina a superare la sua fase di appannamento generalizzato e a vincere nel finale, come le era successo con il Chievo. Ma, dentro una partita intensa tra due squadre organizzate che si assomigliano più di quanto si creda, fatta di concentrazione, buon palleggio e attenzione alla fase di non possesso, era chiaro che a fare la differenza sarebbe stata una giocata da campione.
Solo che la giocata questa volta non è stata quella di un attaccante, uno dei piccoletti del Napoli, un po’ spompati in questa primavera (Mertens su tutti), o uno dei fantasisti del Milan, anche loro con le batterie un po’ scariche (Bonaventura inizia benissimo con un sinistro che rimbalza davanti al futuro milanista Reina), ma è stata la super parata di Gigio Donnarumma, deciso a celebrare il suo anniversario da predestinato: al 92’ il neocentenario riesce a intuire prima dove calcerà Milik (entrato da poco), che si trova a cinque metri di distanza e tira di sinistro sul secondo palo. Neanche male, neanche piano, neanche troppo centrale, solo che Gigio ci arriva.
La prodezza consente a Gattuso di uscire imbattuto, ed è la settima volta di fila che succede al Milan a San Siro, e tenere a distanza la Fiorentina per un posto in Europa League, visto che la Champions è andata. Ma, ed è forse ancora più importante, per la prima volta dopo tanti anni Sarri non va in cattedra a impartire la sua lectio magistralis di calcio al Milan. Gattuso lo ha studiato bene e ha imparato la lezione. Entrambi gli allenatori puntano sul loro blocco di giocatori, solo che Gattuso deve rinunciare a Bonucci e Romagnoli, ma la coppia Musacchio-zapata fa un’ottima figura; dall’altra parte Hamsik e Mertens appaiono un’insistenza eccessiva, soprattutto il belga con un Milik in palla.
Parte bene il Milan: quando il Napoli imposta, si compatta dietro in 20 metri, e poi è bravo a uscire dal pressing napoletano con un ottimo fraseggio e a costruire in ripartenza con tanti cambi di gioco. Uno di questi, da Calhanoglu a Suso, porta un buon pallone a Kalinic, che però viene mandato in confusione da Koulibaly e si ritrova la palla che gli sbatte sulla testa. Uscirà tra i fischi, sostituito da André Silva. Il Napoli poi comincia a prevalere nel controllo palla, e a mostrare il repertorio di triangolazioni e giocate mandate a memoria: solo che sono un po’ meno veloci e un po’ meno convinte del solito e il Milan, nonostante qualche errore, non crolla. Così, nel primo tempo, il Napoli ha il record negativo di tocchi in area avversaria (quattro) e più che grandi occasioni, si susseguono potenziali situazioni di pericolo. Mertens si infila bene dopo un tacco di Insigne, ma il tiro non è irresistibile; Insigne va via in serpentina, ma il destro a giro va largo. Il Milan risponde con un gol di Musacchio in fuorigioco.
La ripresa è più noiosa, anche se il Napoli ha un’occasione con un diagonale di Hamsik e nel complesso tiene più il campo. Ma il suo fraseggio non ipnotizza il Milan. Fino ai cambi, fino a Milik, fino a quella parata che chiude la porta allo scudetto.