Sulla Porsche GT3 Cup in pista Quei brividi da pilota a 300 all’ora
Tuta e casco: abbiamo provato la 911 da gara a Imola. E ci siamo qualificati...
IMOLA (BOLOGNA) Giù verso il Tamburello, sesta piena, il sibilo del sei cilindri boxer che s’infila sotto il casco, oltre l’interfono. Trattengo il respiro, mi attacco al pedale del freno sperando di non aver sbagliato il punto di staccata, scalo fino alla terza e sto già pensando alla prossima curva.
Imola, giornata di test per i team della Porsche Carrera Cup Italia, e ci siamo anche noi del «Corriere» in mezzo agli altri piloti, a provare una 911 GT3 Cup, l’auto da gara sviluppata sulla GT3 «normale». Sono al volante della versione con il motore 3.8 (quest’anno correrà anche l’ultima nata, con il 4.0) e con l’elettronica di assistenza alla guida limitata all’abs. Non c’è tempo per pensare, non si può sbagliare su questa pista vecchio stile che si arrampica sulle colline, ti butta di qua e di là, in fondo, non ti fa quasi mai vedere cosa ci sia dopo.
«Se ce la fai, le Acque Minerali (è il nome della curva, ndr) impostale quasi come fossero un’unica frenata, poi butta la seconda e vai su in pieno verso la Variante Alta». La sera prima, al telefono, uno dei campioni di questa categoria, Enrico Fulgenzi, tra il serio e il divertito, aveva provato a darmi qualche dritta. Ci provo a tenerne conto, ma mi sento come Luke Skywalker che in Guerre Stellari tenta goffamente di obbedire ai «saggi consigli» di Yoda. E come ogni indisciplinato studente ho solo delle scuse da esibire: non conosco l’auto, stamattina il tracciato è umido perché ha piovuto tutta la notte, sono il primo a scendere in pista... Al mio fianco c’è il pilota professionista Daniel Mancinelli a farmi da tutor, e con lui non voglio fare brutta figura, esagerando.
La Porsche GT3 Cup frantuma qualsiasi scusa a ogni cambiata secca del sei marce sequenziale, che non ti obbliga — grazie al cielo — a staccare le mani dal volante. Quando affronto la discesa verso la Rivazza, altra curva, e il primo giro sta per concludersi, aspetto il momento della staccata appena dopo il dosso facendo un countdown mentale al decimo, e mi ripeto che devo resistere alla tentazione di mollare prima, co-
Il consiglio
«Le Acque Minerali falle come fossero un’unica frenata, poi butta la seconda e...»
sa che sarebbe anche pericolosa per la stabilità dell’auto e per tutti quelli che mi sono dietro, i quali non si aspettano certo che ci sia qualcuno in pista che proprio lì frena con l’anticipo di un neopatentato… No, mi violento e alla fine pesto ancora una volta sul pedale con una forza tale che mi pare di sentire entrare nelle spalle la cintura. Ce la faccio e sono sul rettilineo dei box con i chilometri orari che salgono fino a 250. E oltre. È un’altra dimensione, mi sto dicendo mentre nell’interfono mi arriva la voce di Daniel che grida: «Pit, Pit, adesso!».
Infilo la corsia box, inserisco il limitatore, per la seconda
Sul rettilineo
Eccoci sul rettilineo dei box con i chilometri orari che salgono fino a 250 e oltre...
volta uso la frizione, la prima era stata alla partenza (poi te la dimentichi, e se ce la fai usi il piede sinistro per frenare), e mi fermo davanti al mio box. Il numero 11. Sano e salvo. Meraviglia e pazzia questa GT3 Cup. Erano solo test, ma non avrebbero potuto andare meglio. Esame superato, qualifica strappata: siamo tra i sei giornalisti che si sono guadagnati la partecipazione a una gara del campionato. Che inizia a fine aprile proprio qui, a Imola. E allora, in mezzo a piloti veri, non ci sarà spazio per le indecisioni: gas spalancato e vinca il migliore.