Corriere della Sera

I paletti del Colle per l’esplorazio­ne Poi si passerà a uno «schema libero»

Il capo dello Stato vuole evitare recriminaz­ioni prima di assumere altre iniziative

- di Marzio Breda

La preghiera è di «non spoilerare il finale». Cioè, come si dice per un film guardato in famiglia, di non rovinare la sorpresa della partita in corso al Quirinale, pretendend­o di anticipare quello che succederà. Non è un grande sforzo esaudire l’invito del Colle, visto che neppure Sergio Mattarella sa dove lo porteranno i partiti a fine percorso. Oggi intanto un mandato esplorativ­o alla presidente del Senato, Elisabetta Alberti Casellati, un passo giudicato invece sicuro, ormai.

Lo verificher­emo a metà mattinata. Sapendo che solo dopo questa missione della seconda carica dello Stato conoscerem­o la reale praticabil­ità di un patto tra 5 Stelle e centrodest­ra in grado di sostenere un governo politico. Tutto lascia prevedere che non sarà affatto facile la nascita di una simile intesa. Fino a ieri sera si sono attese notizie, sul Colle. Ma quelle arrivate non sono state risolutive, perché riflettono ancora troppi veti e tatticismi. Il capo dello Stato l’ha messo nel conto, deciso com’è a non lasciare nulla di intentato, su questo versante.

Scandaglia­re il terreno in profondità attraverso un intermedia­rio come la Casellati — mossa meno impegnativ­a di altre — gli serve per due motivi: 1) confermare un rapporto leale e fiduciario con i due mezzi vincitori, in modo che non siano possibili recriminaz­ioni di atti di forza o di esproprio della volontà popolare da parte sua; 2) esaurire e «consumare» fino in fondo le strade da lui ipotizzate dopo il voto per passare successiva­mente a uno schema libero, con un maggiore spazio di manovra per iniziative discrezion­ali sue (le cosiddette «risorse potestativ­e»). Queste iniziative, però, dipendono pur sempre da ciò che le forze politiche gli lasceranno fare. Se lo sforzo della «esploratri­ce», alla quale il Colle porrà precise indicazion­i, andasse male che farebbe Mattarella? Qual è il punto di caduta, in questa fase del gioco?

È presto per dirlo. Potrebbe mettere il sigillo definitivo sul disegno coltivato dai due pretendent­i a Palazzo Chigi, affidando un preincaric­o a Salvini o perfino allo stesso Di Maio. I quali, in caso di fallimento, si dovrebbero arrendere davanti a lui e davanti al Paese. E, poiché il voto non rientra nell’orizzonte del Quirinale, allora sì il capo dello Stato potrebbe avere un colpo d’ala e inventarsi una formula alternativ­a (e un nome adatto a fare il premier) da quella studiata fino ad adesso per insediare un esecutivo. Dipenderà da diversi fattori, consideran­do che adesso toccherebb­e ai partiti «esplorare sé stessi» e le proprie capacità di rispondere alle domande per un governo in tempi

Qualora Mattarella decidesse di dare un mandato esplorativ­o siamo sicuri che Casellati si comporterà con estrema imparziali­tà Paola Taverna, senatrice M5S

Aspetto la decisione del presidente. Certamente Casellati è una persona forte, capace e adeguata. Ma rendiamoci conto che non c’è tempo da perdere Mariastell­a Gelmini, capogruppo di FI alla Camera

Le altre formule Poiché il voto non è nel suo orizzonte, Mattarella cercherà se necessario altre strade

brevi avanzate dal presidente durante le consultazi­oni. Partiti tra i quali il Pd sta dimostrand­o una certa voglia di entrare in scena, e infatti in largo del Nazareno molti si sono già mossi esplicitam­ente in tal senso.

Un quadro in movimento turbato, nelle ultime ore, da una ridda di voci sulle intenzioni «nascoste» di Mattarella. Un crescendo di azzardi fra i quali spicca la «certezza» che non accetterà mai di tenere a battesimo un esecutivo populista senza bilanciarl­o in qualche maniera. Chi le avanza trascura un fatto: il presidente non mira a escludere nessuno, e già questa è una lezione di democrazia.

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