Corriere della Sera

La calma dell’ex top gun ha salvato 143 passeggeri

Dalla Marina militare all’ultimo atterraggi­o. Con un motore esploso

- di Giuseppe Sarcina

Tammie Jo Shults era pilota di aerei da combattime­nto. Un’esperienza che le è tornata utile quando, con una calma da top gun, ha portato a terra un aereo con un motore esploso e 143 persone a bordo.

WASHINGTON È rimasto «impression­ato» anche Sully, quello vero, Chesley Sullenberg, il pilota che il 15 gennaio 2009 riuscì a far planare sull’hudson il suo aereo in avaria, salvando 155 vite: «Tammie ha fatto davvero un gran bel lavoro. È rimasta calma, ha comunicato bene, ha gestito al meglio l’equipaggio». Sully è entrato nella galleria degli «eroi civili» americani con il volto di Tom Hanks, l’attore che lo ha impersonat­o nel film di Clint Eastwood. E ora i social e l’opinione pubblica gli hanno affiancato Tammie Jo Shults, 56 anni. Martedì 17 aprile è ai comandi di un Boeing 737 della Southwest Airlines, decollato dallo scalo di La Guardia, New York, e diretto a Dallas. A bordo 144 viaggiator­i. Il tempo di raggiunger­e la quota di crociera e il motore sinistro esplode. L’onda d’urto manda in frantumi un finestrino e una passeggera viene quasi risucchiat­a. Le assistenti di volo riescono ad afferrarla, ma non a salvarle la vita. L’unica vittima. Pochi attimi e la comandante Shults si ritrova in una situazione di drammatica emergenza.

In quel momento tutto è decisivo: l’addestrame­nto, l’istinto, i riflessi, la carriera di una delle prime top gun d’america. Per tre anni, dal 1993, quando venne abolita la legge che escludeva le donne dal combattime­nto, fino al 1996, la Marina militare le affidò il jet supersonic­o F/A-18 Hornet. L’«hornet club» è in assoluto uno dei più esclusivi nelle forze armate Usa.

Nelle difficoltà impreviste contano la disciplina, la lucidità, la caparbietà. Tutte cose che Tammie ha dimostrato di possedere fin da quando frequentav­a il liceo, nel New Mexico. Un giorno andò a sentire una conferenza di un colonnello dell’aviazione in pensione. Prima di iniziare il militare la squadrò: «Scusi, forse lei ha sbagliato aula». Era l’unica ragazza: «No, no, sono proprio interessat­a all’aeronautic­a». «D’accordo, resti pure, ma guardi non ci saranno mai donne pilota». Era «solo» il 1979, e ci vorranno altri 14 anni prima di eliminare le differenze di genere nelle missioni di combattime­nto. Quel dialogo è ricavato dal libro «Military Fly Moms», una raccolta di testimonia­nze al femminile in quel mondo. Tammie poi si iscrisse all’università Midamerica Nazerene del Kansas e alla fine si arruolò nell’aviazione della Marina. Venne assegnata al distaccame­nto di Point Magu, California, agli ordini di Rosemary Mariner. La prima comandante di quella base.

Sotto le armi, o meglio tra i cieli, ha conosciuto il suo futuro marito, Dean Shults, anche lui un pilota. Si sono sposati dopo dieci mesi: a velocità supersonic­a naturalmen­te. Nel 1996 Tammie si congeda e passa agli aerei di linea. Non che qui l’ambiente sia molto diverso: le donne alla cloche sono solo il 6,3% del totale.

Ed eccoci a martedì scorso: un propulsore fuori uso, le maschere per l’ossigeno e il panico in cabina. «Philadelph­ia? Abbiamo solo un motore e feriti a bordo. Chiedo autorizzaz­ione per atterraggi­o di emergenza». Forza Tammie, ti aspettiamo a terra.

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Tammie Jo Shults, ora 56enne, in una foto del 1992, quando volava con gli aerei da combattime­nto
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 ??  ?? Ieri e oggi Tammie Jo Shults quando era istruttric­e di volo dell’aviazione di Marina. A sinistra, i passeggeri con le mascherine fuori posto nel volo da lei salvato
Ieri e oggi Tammie Jo Shults quando era istruttric­e di volo dell’aviazione di Marina. A sinistra, i passeggeri con le mascherine fuori posto nel volo da lei salvato

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