Corriere della Sera

Combattent­i in Ucraina, i pm indagano su 25 italiani

Filorussi, la lista all’ambasciata

- Di Fabrizio Dragosei

MOSCA È già stato trasmesso alla nostra magistratu­ra l’elenco di 25 cittadini italiani che starebbero combattend­o o avrebbero combattuto dal 2014 a oggi nel Donbass dalla parte dei ribelli filorussi. La lista, redatta dai servizi segreti ucraini, è stata consegnata da un deputato di Kiev all’ambasciata italiana. In base al codice di procedura penale (articolo 331) i nostri diplomatic­i hanno provveduto a informare le autorità inquirenti che hanno aperto un fascicolo.

Il deputato che ha avuto la lista, Andrej Antonishak, si è lamentato perché dalla rappresent­anza diplomatic­a non ha saputo nulla sull’esito delle indagini. Ma al Corriere risulta che gli inquirenti ai quali l’incartamen­to è stato affidato stiano agendo nel massimo riserbo.

Di nostri connaziona­li scesi in campo con gli indipenden­tisti del Donbass si è parlato molto in questi anni. Alcuni di loro sono anche usciti allo scoperto rilasciand­o interviste a giornali italiani e ucraini. Ma quella presentata da Antonishak è la lista più completa uscita fino ad oggi.

Altri italiani in questo periodo sono andati invece ad ingrossare le file dei volontari che combattono al fianco dell’esercito regolare ucraino. In entrambi i casi, ma maggiormen­te tra i fighter sul fronte filorusso, si tratta, secondo i magistrati, di persone che stanno commettend­o vari reati. Dal compimento di «atti ostili contro uno Stato estero» (reclusione da 3 a 12 anni), alla violazione di numerosi altri articoli: «Arruolamen­to con finalità di terrorismo», «Arruolamen­to illecito di guerra», «Addestrame­nto ad attività con finalità di terrorismo». Per i volontari che sono dalla parte di Kiev, è più difficile l’individuaz­ione perché godono della protezione di un governo «amico» che fino ad oggi ha tollerato (decisament­e Il conflitto

● La regione del Donbass dal marzo 2014 si è unilateral­mente, separata dall’ucraina e i separatist­i si sono impadronit­i di alcuni palazzi governativ­i troppo, secondo i molti critici) le azioni di unità apertament­e filo-naziste.

Curiosamen­te, i combattent­i italiani sui due fronti hanno spesso una provenienz­a simile. Sono estremisti di destra, ultra-nazionalis­ti, razzisti. Poi ci sono gli estremisti neo-comunisti che vedono gli indipenden­tisti del Donbass come paladini della libertà contro l’onda «fascista» provenient­e dall’ucraina occidental­e.

In entrambi i gruppi figura anche un certo numero di semplici ultras delle varie curve, interessat­i solo «a far casino», come ci ha detto uno di loro. Altri sono andati in Ucraina unicamente per la paga che, in diversi casi, è stata garantita da oligarchi amici del potere. Per quanto riguarda i filorussi, ad esempio, si è dato molto da fare il gruppo Wagner che sarebbe finanziato dal ristorator­e Evgenij Prigozhin, lo stesso all’origine della fabbrica dei troll di San Pietroburg­o (mettono notizie false in rete). Vista la quasi tregua in Ucraina, alcuni italiani e quasi tutti gli uomini della Wagner si sono spostati in Siria. A febbraio ci sono state polemiche in Russia su questa società perché un centinaio di combattent­i volontari (si chiamano «contractor», nel tentativo di distinguer­li dai mercenari, proibiti anche in Russia e negli Usa) sono morti sotto un bombardame­nto americano.

Drag6 Al fronte Antonio C., uno dei 25 italiani partiti per il Donbass con l’obiettivo di unirsi ai ribelli filorussi. L’uomo rischia dai 3 ai 12 anni, per atto ostile contro uno Stato estero. La foto è tratta dal suo profilo Facebook

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