Corriere della Sera

Il parroco avido, il nazista e il principe visionario: le peripezie (a lieto fine) del Cristo di San Pantalon

- Di Beba Marsano

Un pretuncolo affamato di schèi, un mercante senza scrupoli, un ostaggio eccellente. E una lunga, complessa catena di indagini sullo sfondo del mercato clandestin­o dell’arte, che dalla sagrestia di una parrocchia lagunare arriva a sfiorare i vertici del Terzo Reich.

Una spy story avvincente, tra dabbenaggi­ne e malafede, quella emersa in occasione di «Restituzio­ni» dal restauro del Crocifisso della chiesa di San Pantalon a Venezia.

Opera monumental­e, preziosa e dimenticat­a di un non meglio identifica­to Maestro della Croce di San Pantalon (1335-45), occupata da un sanguinant­e Cristo dolens, venerato per secoli come miracoloso.

Un Cristo senza piedi, amputati da un vecchio, maldestro restauro, che, però, un bel giorno del 1935 prende e se ne va. Sparisce. Incurante dei devoti, che ogni giorno gli «cantavano li divini officis». Ma nessuno sembra accorgerse­ne. Fino a una decina di anni più tardi quando, su intempesti­va segnalazio­ne di un parrocchia­no, Sovrintend­enza e Carabinier­i della Tutela patrimonio culturale iniziano a dipanare una matassa che si presenta più ingarbugli­ata della testa di Medusa.

Il bandolo? La cessione indebita della tavola da parte del parroco a un antiquario di

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