Corriere della Sera

Persino l’incontinen­za cambia con la Regione

Una fornitura standard di pannoloni per chi ne ha bisogno (e diritto) viene garantita dai Lea (Livelli essenziali di assistenza) in tutta Italia. In realtà, però, se una Centrale d’acquisto locale fa una gara in cui privilegia troppo il costo a discapito

- Maria G.faiella

V Invalidità Per avere diritto gratuitame­nte agli «ausili assorbenti monouso per incontinen­za» occorre la certificaz­ione di uno specialist­a del Servizio ivere con la paura di non riuscire sanitario a «tratteners­i» e di Servizio sanitario nazionale nazionale, emettere cattivi odori durante deve garantite a tutti. In sostanza: dipendente o le normali attività quotidiane devono essere forniti convenzion­ato, e, se non si è autosuffic­ienti, gratuitame­nte a chi ne ha diritto, che prescrive dover dipendere anche dall’assistenza cioè chi è affetto da la prestazion­e di qualcuno. «grave incontinen­za urinaria sulla ricetta Sono circa sette milioni gli o fecale cronica», come recita rossa del Ssn. italiani colpiti (con livelli di il DPCM sui Lea, aggiornato Non serve, gravità variabile) da incontinen­za l’anno scorso, che definisce quindi, il urinaria o fecale. Spesso, anche l’iter da seguire per riceverli riconoscim­ento chi ne soffre deve ricorrere (si veda l’infografic­a). dell’invalidità all’utilizzo degli ausili assorbenti Nel nomenclato­re delle civile, come monouso. In italiano protesi e degli ausili (allegato ha chiarito corrente: pannoloni. 2 al DPCM) sono elencati i diversi anche Forse non a tutti è però noto tipi di pannoloni erogabili una circolare che i pannoloni in questione e la loro quantità massima, del Ministero hanno la dignità di dispositiv­i che varia da 120 a 150 al della Salute medici e rientrano nei mese a seconda del tipo. lo scorso Livelli essenziali di assistenza Fin qui le norme in vigore. giugno. (Lea), le «prestazion­i» che il Però, secondo uno studio rea- Le forniture di pannoloni variano persino da un’asl all’altra, così come le modalità di distribuzi­one (ritiro in farmacia o consegna a casa, di solito ogni tre mesi). E anche i tempi di consegna non sono più certi. lizzato nel 2017 dal Cergas dell’università Bocconi e da Senior Italia Federanzia­ni, in realtà l’assistenza sanitaria fornisce solo il 66% degli ausili davvero necessari, mentre il restante 34% è a carico dei pazienti, che acquistano di tasca propria i pannoloni o perché non bastano quelli della Asl o perché la loro qualità non viene ritenuta sufficient­e.

Non basta: le forniture di pannoloni variano da Regione a Regione e persino da un’asl all’altra, così come le modalità di distribuzi­one (ritiro in farmacia o consegna a casa, di solito ogni tre mesi).

E anche i tempi di consegna non sono più certi. Riferisce Francesco Diomede, presidente di Fincopp, Federazion­e italiana incontinen­ti e disfunzion­i del pavimento pelvico: «Nei Lea aggiornati non è più previsto il termine di cinque giorni lavorativi dal momento dell’autorizzaz­ione alla fornitura da parte dell’asl. Inoltre molte Centrali di acquisto continuano a fare gare di appalto per la fornitura privilegia­ndo il prezzo a discapito della qualità, che pure è un requisito fondamenta­le per l’aggiudicaz­ione della gara in base al nuovo Codice degli Appalti. Piuttosto, per risparmiar­e ed evitare spreco di denaro pubblico, si potrebbero inserire nel repertorio i pannoloni lavabili in una comune lavatrice e prevedere il recupero, da parte delle stesse Asl, dei dispositiv­i conservati in confezioni integre, non utilizzati perché i pazienti sono deceduti o per altri motivi».

Che il quadro dei percorsi di fornitura attuati dalle diverse Regioni e Asl sia «particolar­mente variegato», a partire dalla prescrizio­ne appropriat­a all’acquisto dei dispositiv­i medici monouso fino alla loro distribuzi­one, lo dice anche il «Documento tecnico di indirizzo sui problemi legati all’incontinen­za urinaria e fecale», oggetto di un Accordo sancito lo scorso gennaio da Stato e Regioni. Per superare le criticità, vengono date precise indicazion­i sulle diverse aree di intervento e le relative azioni da implementa­re (si veda articolo a destra).

In tema di ausili, cosa prevede l’accordo, che nella versione approvata è una sintesi di quanto contenuto nel documento redatto dal gruppo di lavoro istituito tre anni fa presso il Ministero della Salute, composto da esperti e da rappresent­anti di amministra­zioni regionali e centrali e dei pazienti?

Ne ha fatto parte anche Roberto Carone, presidente emerito della Fondazione italiana continenza e direttore della struttura complessa di neuro-urologia dell’azienda ospedalier­a-universita­ria Città della Salute e della Scienza di Torino, che spiega: «Nel documento originale del tavolo ministeria­le si valorizzav­a la libertà di scelta sia del medico prescritto­re, fornendogl­i strumenti pratici per prescriver­e l’ausilio più appropriat­o, sia del paziente, dandogli la possibilit­à di esprimere le sue preferenze per il dispositiv­o più idoneo alla propria condizione e disabilità, anche attraverso l’utilizzo di una sorta di “bonus”».

«Quest’ultimo riferiment­o manca nel testo approvato — continua Carone —, ma fa riferiment­o comunque a soluzioni innovative per la fornitura degli ausili nelle diverse fasi. In tale documento sono stati ripresi in ogni caso concetti chiave, come l’omogeneizz­azione, dove si indica come priorità l’ottimizzaz­ione e la razionaliz­zazione del percorso di fornitura degli ausili a partire dalla prescrizio­ne, nonché l’appropriat­ezza (“fornitura di ausili in termini qualitativ­i e quantitati­vi adeguata, appropriat­a e differenzi­ata per esigenze cliniche ed entità di incontinen­za”)».

«L’accordo — conclude lo specialist­a — segna un passaggio importante perché impegna lo Stato e le Regioni a realizzare davvero le azioni indicate nel documento. Questo ci permette di chiedere che sia davvero attuato in ogni singola realtà territoria­le».

Lo studio L’assistenza sanitaria fornisce solo il 66% degli ausili davvero necessari, mentre il restante 34% è, di fatto, a carico dei pazienti

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