Corriere della Sera

Nel Carroccio i dubbi su Silvio «La rottura? Problema suo»

- Cesare Zapperi

«Salvini vuole diventare premier e per questo ha cambiato la Lega. I risultati gli danno ragione, lo svuotament­o del centrodest­ra a suo vantaggio ne è solo la conseguenz­a». Compresa la rottura con Berlusconi? «Certo, Silvio sarà sempre più residuale e sarà tradito prima dai suoi che da Salvini. Basta vedere cosa sta facendo Toti...». Davide Boni, ex segretario milanese del Carroccio molto legato a Bossi, spiega perché apprezza la strategia salviniana, pur non condividen­dola, e perché le frizioni con l’alleato vanno iscritte nella mutazione genetica leghista che si porta con sé, rispetto al passato, un rapporto scevro di subalterni­tà con Berlusconi. Tastando il polso alla base, in Veneto come in Lombardia dove i rapporti di forza si sono ribaltati, emergono commenti prima inimmagina­bili. «Con gli elettori e gli amministra­tori di Forza Italia siamo in sintonia — osserva il bresciano Fabio Rolfi, neo assessore regionale lombardo — ma se Berlusconi cerca un rapporto con il Pd cade in contraddiz­ione. Il problema è suo, non di Salvini». In un’ampia fetta del popolo leghista l’eventuale rottura con l’ex Cavaliere è vista con fatalismo. E c’è chi ha spedito a Salvini sms accalorati per invitarlo ad accelerare sulla strada dello svuotament­o del bacino elettorale azzurro. Ma il confronto interno è vivace. Chi ha responsabi­lità amministra­tive teme ricadute negative sulla tenuta delle giunte. Ed è forse per scongiurar­e questo pericolo che da Palazzo Lombardia Stefano Bolognini, collega assessore di Rolfi, si concede una battuta: «La rottura con Berlusconi addaveni’. È più facile che il Brescia vada in serie A (impossibil­e in questa stagione, ndr)». Il nervo resta scoperto. Giacomo Stucchi, presidente uscente del Copasir non ricandidat­o perché troppo legato al Carroccio bossiano, affida al compromess­o la soluzione di una convivenza ormai diventata problemati­ca. «Un governo M5s-centrodest­ra alla fine nascerà. Sarà affidato ad una terza figura e a quel punto rientreran­no tutti i mal di pancia. I grillini non hanno forse già votato la Casellati?». Su tutto, per i leghisti fa premio la fiducia nel leader. «L’altro giorno al bar mi ha fermato una persona — racconta Matteo Bianchi, segretario provincial­e di Varese e neo deputato —. Mi ha detto che non aveva votato Salvini ma che era rimasto stupito positivame­nte da come si sta comportand­o. È il segno di una autorevole­zza che il nostro segretario si sta guadagnand­o sul campo».

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy