Corriere della Sera

Ministri e la possibilit­à di decidere da fuori (come Bossi nel ’94) Matteo pesa l’offerta M5S

- di Marco Cremonesi DAL NOSTRO INVIATO

La pausa MONFALCONE (GORIZIA) di riflession­e di Matteo Salvini non si è ancora conclusa, il pressing del Movimento 5 stelle per ora non ha persuaso il segretario, anche se «oggi tutti tirano la Lega per la giacchetta». «Sono passati tanti giorni dal 4 marzo. Ma se ne servissero ancora un paio per fare le cose per bene… Non voglio sbagliare adesso per venirvi a chiedere scusa più tardi», dice Salvini.

Ora spunta l’ipotesi del governo delle «mani libere». La discussion­e, anche se non si vede, procede serrata. Non tanto con il centrodest­ra, che continua a proporre a Salvini la ricerca dei voti in parlamento come soluzione «quasi certa» della crisi. Quanto con gli alleati di governo alternativ­i, Luigi Di Maio e il Movimento 5 stelle.

Il pressing stellato, infatti, continua a essere incalzante, i tempi stringono e il probabile incarico al capogruppo alla Camera del Movimento, Roberto Fico, rischia di respingere in alto mare le possibilit­à dell’intesa con la Lega, che pure fino a poche ore prima parevano alte. Il cambio del premier incaricato, infatti, modificher­ebbe anche i pesi e la direzione di marcia all’interno dei 5 stelle, appena passati dall’«uno vale uno» a una leadership più «tradiziona­le».

Salvini, in primo luogo, non ha voglia di fare da secondo, e non senza il centrodest­ra. Un leghista ricorda i termini della questione: «I 5 stelle non possono pensare di avere tutto, il premier e la rottura del centrodest­ra». Ma appunto, gli stellati sono consapevol­i del problema. E così, dopo la proposta di affidare alla Lega alcuni ministeri di rango massimo, suggerisco­no anche un piano diverso, un’autentica «mossa del cavallo»: e cioè che, al contrario, Salvini rimanga del tutto fuori dal governo, con una sorta di veste da garante. Esprimendo ministri di peso, ma rimanendo personalme­nte fuori. Il modello esplicitam­ente citato è quello del 1994, con Umberto Bossi che non partecipò al primo esecutivo di Berlusconi: «Pensa a quello — ricordano i pontieri dei 5 stelle a Salvini e ai suoi collaborat­ori —. Se qualcosa non andasse come deve andare, tu saresti nella posizione di staccare la spina al governo senza averne fatto parte». L’immancabil­e finale del ragionamen­to è che la Lega, dopo aver sfiduciato il Selfie

Il leader della Lega Matteo Salvini, 45 anni, ieri sera a Monfalcone (Gorizia): in Friuli-venezia Giulia si vota il 29 governo di Berlusconi nel ‘94, alle elezioni del 1996 prese il massimo dei voti mai conquistat­i prima dell’era Salvini.

Certo, resta il problema di come uscirebbe il leader leghista dal fuoco incrociato dei giornali e delle tv del Cavaliere. In Forza Italia già si sentono annunciare i titoli: «Salvini come Alfano». Il motivo, declinato in tutte le possibili varianti, con opinionist­i e titoloni, sarebbe quello del tradimento. Ma i 5 stelle sanno anche questo. E dunque, sul piatto avrebbero messo anche postazioni di vertice in Rai, ad aggiungers­i a quelle di altri enti e società governativ­e. Non come posti di sottogover­no — dicono — ma come garanzia rispetto al passo di rottura con Silvio Berlusconi che Salvini sarebbe costretto a fare.

Ma, appunto, Salvini ancora non è convinto. I leghisti — non lui — nella discussion­e hanno anche lanciato una controprop­osta: la «staffetta». E cioè, che la legislatur­a parta con un governo guidato da Salvini. Poi, a metà mandato, con patto trasparent­e di fronte agli elettori sul modello «tedesco» proposto proprio dai 5 stelle, avverrebbe l’avvicendam­ento con Luigi Di Maio. Ma, appunto, Salvini lo ripete ai suoi sostenitor­i: «Non voglio sbagliare adesso per venirvi a chiedere scusa più tardi».

Di Maio? Anche io ritengo che con i 5 Stelle si possa lavorare bene, però patti chiari e amicizia lunga

di tornare ai primi di maggio a Monfalcone da presidente del Consiglio per festeggiar­e Fedriga governator­e d Preferisco attendere ancora qualche giorno piuttosto che sbagliare e dover poi chiedere scusa per anni

La Rai

Salvini si terrebbe le mani libere restando fuori dal governo. C’è anche la Rai nell’offerta

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