«Quando vado nei licei molti mi chiedono aiuto»
«Da un anno e mezzo, giro i licei per parlare di bullismo», racconta Rimau Grillo Ritzberger, 21 anni, che è stato il protagonista di «Un bacio», il film di Ivan Cotroneo su una storia di bullismo omofobo. «La cosa che mi stupisce è che gli studenti, più dei docenti, colgono subito che il bullismo è bullismo, che prenda di mira i gay o il ragazzo non conforme a certi canoni».
Lei il bullismo, di persona, l’ha mai incontrato?
«Ho subito l’esclusione, che ne è l’anima. Sono nato a Vienna, ho origini indonesiane, ed è bastato per farmi sentire escluso».
Come reagiscono i ragazzi alla visione del film?
«Una si è alzata e ha detto: “Ho sentito tante belle parole dai miei compagni e dai professori, però sono due anni che tutti dicono che sono una poco di buono. Mi piacciono sia i ragazzi sia le ragazze, e allora?”. Silenzio glaciale».
E lei che ha detto?
«Che è stata coraggiosa. E un’altra cosa che dico sempre, ma che è falsa: che dopo le superiori andrà meglio».
Perché non è vero?
«Perché la mentalità bullista appartiene agli adulti, prima che agli adolescenti. Il ragazzo che fa il prepotente lo fa perché l’ha visto fare a un adulto».
Ha assistito ad altre denunce pubbliche?
«C’è sempre qualcuno che si alza e chiede io che farei se… Ma capisco che sta parlando di se stesso. Consiglio di denunciare ai genitori e agli insegnanti e di avere amici veri, che non ti fanno sentire inferiore».
Lei che ha imparato in questo tour?
«Che il più debole è il bullo. Ha bisogno di puntare il dito contro il presunto diverso perché lui si sente diverso. Ma anche lui merita aiuto e una possibilità di crescere».