Corriere della Sera

Alitalia, parte l’assegno di ricollocaz­ione: fino a 5 mila euro

- Lorenzo Salvia

ROMA Il debutto di un nuovo strumento pensato per aiutare chi sta perdendo il lavoro a trovarne uno nuovo. Ma anche un’operazione per rendere Alitalia più appetibile per i futuri compratori, e attutire i tagli al personale che arriverann­o. Oggi sarà prorogata di un anno la cassa integrazio­ne per 1.300 dipendenti della compagnia aerea. Ma per 320 di loro ci sarà un passo in più: potranno utilizzare subito l’assegno di ricollocaz­ione, per la prima volta «in costanza di rapporto di lavoro». Cosa vuol dire?

L’assegno di ricollocaz­ione è il bonus fino a 5 mila euro che il disoccupat­o può utilizzare in formazione per trovare un nuovo impiego. È stato introdotto un anno fa ma finora poteva usarlo solo chi aveva perso il lavoro e finito la cassa integrazio­ne. Per Alitalia si parte prima, visto che i 320 lavoratori individuat­i saranno in cassa ancora per un anno. È vero che sono quelli a zero ore e di fatto non lavorano più. Ma formalment­e sono ancora dipendenti della compagnia.

L’anticipo — possibilit­à prevista dall’ultima legge di Bilancio — può sembrare un dettaglio ma in realtà si tratta di una piccola rivoluzion­e. «Così la ricollocaz­ione diventa più efficace» spiega Maurizio Del Conte, presidente dell’anpal, l’agenzia per le politiche attive del lavoro che nei prossimi giorni firmerà l’accordo con azienda e sindacati. Perché più efficace? «Perché le probabilit­à di trovare un nuovo impiego sono direttamen­te proporzion­ali alla prossimità dell’ultima esperienza lavorativa. E anche i sindacati hanno capito che bisogna andare oltre il semplice mantenimen­to della cassa integrazio­ne». Una volta firmato l’accordo, necessario per legge, saranno i singoli lavoratori a decidere se utilizzare l’assegno oppure no. Non hanno nulla da perdere: potranno anche rifiutare le future offerte di lavoro se non le dovessero ritenere soddisface­nti, conservand­o comunque il diritto alla cassa integrazio­ne. Tra i 320 lavoratori coinvolti non ci sono piloti o hostess. Sono quasi tutti amministra­tivi: le figure più a rischio con la ristruttur­azione che, difficile farsi illusioni, potrebbe arrivare con la vendita della compagnia.

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I tre commissari di Alitalia: da sinistra Enrico Laghi, Luigi Gubitosi e Stefano Paleari
Vertice I tre commissari di Alitalia: da sinistra Enrico Laghi, Luigi Gubitosi e Stefano Paleari

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