Alitalia, parte l’assegno di ricollocazione: fino a 5 mila euro
ROMA Il debutto di un nuovo strumento pensato per aiutare chi sta perdendo il lavoro a trovarne uno nuovo. Ma anche un’operazione per rendere Alitalia più appetibile per i futuri compratori, e attutire i tagli al personale che arriveranno. Oggi sarà prorogata di un anno la cassa integrazione per 1.300 dipendenti della compagnia aerea. Ma per 320 di loro ci sarà un passo in più: potranno utilizzare subito l’assegno di ricollocazione, per la prima volta «in costanza di rapporto di lavoro». Cosa vuol dire?
L’assegno di ricollocazione è il bonus fino a 5 mila euro che il disoccupato può utilizzare in formazione per trovare un nuovo impiego. È stato introdotto un anno fa ma finora poteva usarlo solo chi aveva perso il lavoro e finito la cassa integrazione. Per Alitalia si parte prima, visto che i 320 lavoratori individuati saranno in cassa ancora per un anno. È vero che sono quelli a zero ore e di fatto non lavorano più. Ma formalmente sono ancora dipendenti della compagnia.
L’anticipo — possibilità prevista dall’ultima legge di Bilancio — può sembrare un dettaglio ma in realtà si tratta di una piccola rivoluzione. «Così la ricollocazione diventa più efficace» spiega Maurizio Del Conte, presidente dell’anpal, l’agenzia per le politiche attive del lavoro che nei prossimi giorni firmerà l’accordo con azienda e sindacati. Perché più efficace? «Perché le probabilità di trovare un nuovo impiego sono direttamente proporzionali alla prossimità dell’ultima esperienza lavorativa. E anche i sindacati hanno capito che bisogna andare oltre il semplice mantenimento della cassa integrazione». Una volta firmato l’accordo, necessario per legge, saranno i singoli lavoratori a decidere se utilizzare l’assegno oppure no. Non hanno nulla da perdere: potranno anche rifiutare le future offerte di lavoro se non le dovessero ritenere soddisfacenti, conservando comunque il diritto alla cassa integrazione. Tra i 320 lavoratori coinvolti non ci sono piloti o hostess. Sono quasi tutti amministrativi: le figure più a rischio con la ristrutturazione che, difficile farsi illusioni, potrebbe arrivare con la vendita della compagnia.