La terapia dell’ascolto. «Così usciamo dal tunnel dell’alcol»
Ascolto e comprensione: è la terapia semplice degli Alcolisti Anonimi. Funziona quando si è davvero motivati a cambiare. Sui giornali si parla molto di droghe. I morti in Italia nel 2016 sono stati 263. Ma le vittime dell’abuso di alcol nella sola Lombardia hanno numeri simili: 244. A far male non è il bicchiere di troppo, ma il primo bicchiere quando diventa un surrogato per evadere da qualche paura o fragilità. La dipendenza non è un vizio, ma una malattia. A spiegarlo sono gli ex bevitori, che si aiutano tra loro nelle sedi dell’associazione in tutta Italia, come racconta Giangiacomo Schiavi nella storia di copertina che apre il nuovo numero di «Buone Notizie», il settimanale in edicola gratis con il quotidiano domani, come ogni martedì. Da aprile inizia poi la collaborazione con il Centro sportivo italiano (Csi): in ogni ultimo numero del mese segnaleremo una piccola grande storia che arriva dallo sport di base,
Quando è rimasto sepolto sotto quaranta quintali di legname, nel laboratorio che condivideva con il fratello in zona Città Studi a Milano, il futuro era solo una scommessa d’azzardo e la corsa neppure un’eventualità. Dopo quindici giorni di coma, la sentenza arrivò definitiva: Gabriele Pianu era diventato cieco. Aveva già due figli, Daniela e Andrea, e sette Stramilano infilate una dopo l’altra al passo di sempre: allegro. «I sardi sono duri di testa, si sa, ma quel giorno più di un santo mi ha voluto aiutare», dice per telefono con la voce che si scalda in toni vivaci mentre racconta la sua vita «fortunata».
«Siamo ritornati in Sardegna, non potevo più lavorare in falegnameria. Ho frequentato un corso per centralinisti non vedenti e mi sono trovato un nuovo lavoro». A Masullas, nell’oristanese, nasce Lauretta, la terzogenita. «E da 68 chili, mi sono ritrovato a pesarne ottantasei: è che mi piaceva mangiare, la vista non c’entrava nulla».
Ha cominciato in casa con un tapis roulant, ascoltando Vasco Rossi e Bob Marley. «Poi un giorno è venuto a fare manutenzione nel mio ufficio un ragazzo, Pietro Uras. Parlando del più e del meno è saltato fuori il discorso della corsa, a vent’anni il mio personale nella mezza maratona era di 1:21. Mi ha proposto di uscire insieme, prima un chilometro, poi due, nel 2007 la prima maratona a Roma, il 18 marzo». Da allora Gabriele, oggi sessantenne, ha incontrato altri «angeli custodi», come li chiama lui: Mariano Littera, Antonio Dedoni, runner, ma soprattutto, nel tempo, amici. «Con Mariano nel Chi sono
● Gabriele Pianu, 60 anni, ha perso la vista nel 1987 in un incidente sul lavoro: è rimasto sepolto da 40 quintali di legname nel laboratorio che aveva con il fratello a Milano
● Ha corso la prima maratona da non vedente nel 2007 a Roma grazie a una guida. Ora lo assiste il figlio 33enne Andrea quello meno urlato e meno visibile, ma capace di recuperare spazi e di educare ragazzi e ragazze grazie all’aiuto di un esercito di volontari.
Il nuovo numero di «Buone Notizie» dà il resoconto del «mondiale» delle startup, la Global Social Venture Competition, il concorso promosso dall’università Berkeley che finanzia nuove imprese a forte rilevanza sociale e ambientale e per la prima volta ha fatto tappa in Europa. È stata infatti l’università Cattolica di Milano ad ospitare la premiazione. E ci sono anche due team italiani tra i 19 finalisti selezionati tra 550 progetti presentati da 60 nazioni.
Ancora Pier Luigi Vercesi ha seguito una missione di Save the Children in Giordania, tra i bambini del campo profughi Zaatari, a un passo dal confine siriano, dove l’associazione gestisce le scuole materne. L’inchiesta di questa settimana è dedicata, invece, al rapporto di L’inserto
● Ogni martedì, gratis con il Corriere della Sera, trovate in edicola «Buone Notizie»
● Il settimanale del quotidiano di via Solferino si occupa in particolare di raccontare tutti quelli che fanno del bene Amnesty International sulla pena di morte che fa registrare un importante calo di esecuzioni capitali nei Paesi dove è ancora in vigore. In particolare, Amnesty vede nell’africa Subsahariana il «faro della speranza».
Dalla Repubblica Dominicana arriva poi la storia di Roseli, universitaria di 21 anni che da 5 è volontaria della Protezione civile di Santo Domingo e quando è in arrivo un uragano deve convincere le persone a lasciare le case e presta soccorso in caso di devastazione. Infine la pagina del «Male Nostrum» sposta i riflettori sulla società civile che si sta sempre più mobilitando nella lotta allo smog — direttamente collegato solo nel nostro Paese a oltre 90 mila morti premature ogni anno — e che il 28 aprile sfileranno a Roma in occasione di «Bicifestazione».
La versione di Andrea «Da piccolo mi mancava sugli spalti alle partite, ora questo sport è solo nostro»