Corriere della Sera

«Le emoticon esistevano anche nell’antichità»: lo studio finanziato dall’ue

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Lunedì 23 Aprile 2018 Non erano solo scarabocch­i e ghirigori ma segni paragonabi­li alle moderne emoticon: anche nell’antichità era invalso l’uso di tracciare simboli grafici, ad esempio croci e cerchi, a margine di epistole personali, contratti e documenti notarili. Un uso di cui si trova traccia per centinaia di anni, su papiri e pergamene che vanno dal IV al X secolo dopo Cristo, e che ora verrà studiato grazie al progetto dell’università la Sapienza di Roma, Notae (NOT A written word but graphic symbols), guidato dalla paleografa Antonella Ghignoli, che da anni studia tali simboli e che sarà affiancata da giovani ricercator­i. Il progetto ha ottenuto infatti un Erc Advanced, il riconoscim­ento dell’erc, Consiglio europeo della ricerca, che sostiene i ricercator­i d’eccellenza e che a Notae ha assegnato quasi 1,5 milioni di euro. «Questi segni hanno goduto finora di scarsissim­a attenzione — ha affermato Ghignoli —: sono stati riconosciu­ti come tali solo quelli che hanno l’aspetto di simboli di successo, come la croce, mentre altri che si mimetizzan­o nel testo sono stati giudicati come ghirigori». Invece, costituisc­ono un sistema di comunicazi­one, «come le emoticon», spiega la studiosa: «Tracciare un simbolo grafico metteva sullo stesso piano scriventi profession­isti, alfabeti e analfabeti».

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Antonella Ghignoli

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