Corriere della Sera

Quincy Jones: «La mia musica nasce dalla tradizione italiana»

Il compositor­e aprirà Umbria Jazz. «Morricone e Rota, maestri ideali»

- Andrea Laffranchi

alcuni dei miei modelli erano italiani: compositor­i e musicisti leggendari come Ennio Morricone, Piero Piccioni, Armando Trovajoli, Nino Rota, Romano Mussolini. Conoscevan­o jazz e classica e sapevano come fonderle in qualcosa di mai sentito prima. Maestri assoluti!». Se quelli e gli altri picchi di creatività che ha vissuto valevano 100, quanto vale la musica di adesso? «Non sono d’accordo con la premessa. La musica è una forma d’arte in continua evoluzione. Non è una coincidenz­a che ci siano stati il bebop, il doo-wop, e poi l’hiphop. Al cuore di tutto ci sono le stesse 12 note. “Baby Be Mine” di Thriller ha una linea di basso e un testo pop, ma la sua essenza è puro Coltrane. Bisogna imparare dal passato per andare avanti. E c’è una nuova generazion­e che lo sta facendo: per fare qualche nome Kendrick Lamar, Drake, The Weeknd, Mary J. Blige, Esperanza Spalding, Chance the Rapper». Era stato meno diplomatic­o in un’intervista a Vulture in cui aveva distrutto l’hip hop («È la stessa frase che si ripete sempre»), i Beatles («Non sapevano suonare») e Michael Jackson («Ha rubato molte canzoni»).

Della collaboraz­ione con il re del pop («Off the Wall», «Thriller» e «Bad») che ha segnato gli anni 80 ha ricordi Il rapper Kendrick Lamar e Esperanza Spanding: tra i nuovi talenti della musica promossi da Quincy Jones

chiari: «Vado sempre in studio per fare un disco da numero 1 ma chiunque dica che sapeva che quello sarebbe stato una hit enorme mente. “Off the Wall” (l’album precedente di Jacko ndr) aveva alzato l’asticella, ma nessuno era pronto per quello che sarebbe accaduto con “Thriller”». Non c’è una formula. «In studio devi sempre lasciare uno spazio per far entrare Dio e accidenti se durante “Thriller” ci è entrato... E poi Michael, la musica, Mtv… tutto contribuì a portare quel disco nella stratosfer­a».

Le canzoni sono la base di tutto: «Una buona canzone può trasformar­e in una stella il peggiore cantante di tutto il mondo, mentre nemmeno Sinatra o Aretha possono salvare una canzone brutta. Ogni brano di “Thriller” lavora per creare una drammatica esperienza di ascolto in nove scene. E in ogni brano bisogna dare all’orecchio sei cose da ascoltare tra cui poter scegliere così ogni volta percepisce qualcosa di nuovo. Io e Rod Temperton abbiamo ascoltato 800 canzoni per arrivare alle 9 della scaletta. E la gente ha consumato quel disco».

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