Strigliata alla squadra Biglia, frattura di due vertebre
Forse sono rimasti tutti intrappolati dal crollo del sogno Champions. O forse è il peso della rincorsa degli ultimi mesi a imballare gambe e testa. O forse avrebbero fatto meglio ad ascoltare la scaramanzia di Rino Gattuso, prima che anche lui si facesse prendere dall’ansia-contratto: da quando ha firmato il rinnovo non ha più vinto una partita. Ma al Milan in piena involuzione non è tempo di battute, al massimo di primi verdetti: a quattro giornate dalla fine, l’aritmetica dice che è fuori dalla Champions, che al massimo può eguagliare il risultato dell’anno scorso, il 6° posto, e che quindi la dispendiosa campagna acquisti — effettuata nell’anno «franco» rispetto ai paletti imposti dall’uefa — non ha prodotto il salto di qualità sperato. Anzi, ora, dopo il sorpasso dell’atalanta, ci sarà da lottare per riconquistarlo, il sesto posto. Un obiettivo preziosissimo perché significa niente preliminari, che interferiscono con la preparazione e anche con la tournée in Usa. L’importanza della posta (ancora) in palio è stata al centro della strigliata che allenatore e ad Marco Fassone hanno dato alla squadra ieri, nel primo dei due giorni di riposo cancellati dopo la sconfitta con il Benevento. «Non possiamo rovinare tutto in questo finale», il senso del discorso. Ma in questo finale il Milan dovrà fare a meno di Lucas Biglia, uno la cui importanza risulta evidente soprattutto quando non c’è: l’argentino, in seguito a uno scontro di gioco nella gara col Benevento, si è fratturato due vertebre lombari. Non dovrà essere operato, ma la sua stagione è ovviamente finita qui e anche il Mondiale a questo punto è a rischio. Ora Gattuso, nel suo momento più difficile da quando allena il Milan, deve riuscire a spremere dai suoi fino all’ultima goccia di energia, a partire dalle prossime due gare, la trasferta di Bologna e il Verona in casa, dove può solo vincere. Poi ci sarà lo scontro diretto con l’atalanta. In mezzo, la finale di Coppa Italia, gara sempre più salva stagione.