La premiata ditta Icardi-perisic risolve anche il problema Chievo
L’inter rischia e ringrazia Handanovic, ma agguanta la vittoria che voleva
La capacità di saper soffrire, combinata alla dote di colpire al momento giusto, lascia intatte le speranze Champions dell’inter (l’europa League è in cassaforte), che scavalla l’ostacolo Chievo e resta ancorata a Roma e Lazio. A sostenere il viaggio della speranza sono un’altra volta i letali arcieri Icardi e Perisic, autori di 12 delle ultime 14 reti. I nerazzurri però devono benedire anche la Var e l’arbitro Valeri, lucido nel non fischiare subito sull’errata chiamata del fuorigioco del guardalinee Marrazzo, ma solo dopo il gol di Icardi: lo avesse fatto un attimo prima la moviola non avrebbe potuto convalidare.
Il successo congela la classifica dell’inter, lascia invece in tremende difficoltà il Chievo che pure la sua gara l’ha giocata, soprattutto nel primo tempo quando Handanovic è stato protagonista. L’inter ha sofferto, come spesso gli capita in trasferta, ha approcciato timida la partita, rischiando di farsi male. L’ha tenuta in piedi il suo portiere, il palo centrato da Pucciarelli, la lucidità di Brozovic, sempre più deciso a diventare leader, e Miranda comandante naturale di una difesa che dal 24 febbraio è la migliore d’europa, con appena due reti concesse in nove partite.
I segnali vanno letti e le lezioni mandate a memoria. Il primo tempo di Verona è stato simile a quello regalato all’atalanta dieci giorni fa. L’inter però ha tratto beneficio dalla partita di Bergamo e si è ripresentata con altre vesti. Fin lì aveva concesso troppo sulle fasce con Cancelo e Karamoh svagati nelle loro anarchie, perso duelli al centro per colpa di un Borja Valero impresentabile, finito per lasciare il tiro da fuori al Chievo. Al ritorno in campo c’è stata una metamorfosi quasi totale.
Perisic si è immerso nel match, Rafinha ha cominciato un fitto dialogo di palleggio con Brozovic. Proprio dal croato è partito il tiro ribattuto da Sorrentino e recuperato da D’ambrosio che, noncurante della bandierina alzata, ha appoggiato a Icardi per il vantaggio e per il 26° gol in campionato: una quota toccata in nerazzurro l’ultima volta da Angelillo nel 1958/59.
Ci è valuta la Var però per convalidare l’1-0, tra le proteste del Chievo. Lì però l’inter ha mostrato il carattere di chi è deciso a centrare l’obiettivo Champions. Ha accelerato per prendersi tutto e l’ha fatto con un’azione spettacolare, orchestrata da Perisic e rifinita genialmente da Rafinha che ha restituito al croato la palla del raddoppio.
Veronesi tramortiti, non finiti. Maran, tecnico di spessore, ha riaperto il match con i giusti cambi. Ha però trovato tardi il gol di Stepinski, ha finito assaltando l’area nerazzurra con continue palle alte, si è arreso solo al 95’ con l’occasione fallita da Tomovic. L’inter così fa fronte ai suoi obblighi, risponde al rilancio delle romane e sabato aspetta la Juve in un altro scontro decisivo, perché la Champions è una volata senza respiro.
Rincorsa
Roma e Lazio restano avanti di un punto, da ieri è aritmetico il posto in Europa League