Corriere della Sera

«Insegnanti poco severi? Il ministero vuole evitare l’abbandono scolastico»

- Giuseppe Balacco Molfetta (Bari)

Con le leggi vigenti l’insegnante non solo è responsabi­le della disciplina nelle classi, ma deve essere coinvolgen­te e motivante, per legge. Praticamen­te, se scrive una nota disciplina­re sta ammettendo la sua incapacità a gestire la classe. Io avevo una collega che era stata trascinata in tribunale per una nota che aveva messo. Pur vincendo la causa, decise di non metterne più. Quanto al professore di Lucca, sono convinto che di note ne aveva già messe abbastanza in passato. Quando incominci a mettere troppe note il preside ti fa notare che i ragazzi si sono abituati e ormai non funzionano più da deterrente. Poi ti dice esplicitam­ente che non sai gestire la classe, ti chiede retoricame­nte come mai i colleghi, nella stessa classe, riescono a tenere lezione normalment­e senza problemi disciplina­ri; a volte ti suggerisce pure di chiedere il trasferime­nto (...).

Perché siamo arrivati a tanto? Perché il ministero ha messo al primo posto la lotta alla dispersion­e scolastica. Bocciare o anche solo rimandare un ragazzo innalza la dispersion­e scolastica e quindi è l’ultima cosa che il ministero si possa permettere. La qualità della scuola è al secondo posto. Finanche l’utilità della scuola è al secondo posto. Meglio una scuola inutile ma che non perde nessuno che una scuola utile che lasci indietro anche un solo ragazzo. Non sto parlando di messaggi impliciti ma di ordini molto espliciti da rispettare che si trovano nero su bianco nelle direttive ministeria­li, che a loro volte recepiscon­o direttive europee.

Lda

qualità della scuola è al secondo posto, e anche l’utilità: meglio una scuola inutile ma che non perde nessuno che una scuola utile che lasci indietro anche un solo ragazzo: sono ordini molto espliciti

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