Corriere della Sera

«Io contro l’accordo Ma sarebbe un errore evitare il confronto»

Giachetti: i numeri nel partito? Vedremo

- M. Gu.

ROMA «Noi al governo con Stelle? Stupendo...».

Perché ride, onorevole Roberto Giachetti?

«Perché sono convinto che non possiamo fare un governo con loro. Ma trovo incomprens­ibile l’accaniment­o contro ogni sospiro di dialogo».

La pensa come Martina?

«Mi colpisce la valanga di dichiarazi­oni di tanti amici che negano anche la sola possibilit­à di un dialogo, come se il confronto rappresent­asse un cambio di posizione. Sono contrario a un accordo, ma non avrei nessuna difficoltà a parlare con loro».

Ha stima di Fico?

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«Fico è stato indicato non come premier incaricato, ma Chi è Roberto Giachetti, 57 anni, ex Partito Radicale, La Margherita e Verdi, è deputato del Pd come esplorator­e. Quindi non avrei nessun problema ad andare da Fico a dire “non ci sono le condizioni”. Tanto più che alle spalle abbiamo il no dell’ultima direzione».

Le sue condizioni per sedersi al tavolo?

«Il presuppost­o deve essere la certificaz­ione del fallimento della trattativa con la Lega. Io ancora non ci credo, anzi mi pare che al di là di artifici e schermagli­e ci sia ancora un’amorevole rincorsa tra Di Maio e Salvini. Se e quando questa chiusura sarà ufficiale ci incontrere­mo e diremo che le distanze programmat­iche non rendono possibile nessun tipo di governo insieme. Il M5S ha bombardato per cinque anni il nostro governo, che per noi era una idea riformista di sviluppo del Paese e per loro era il male assoluto. A me basta questo».

Nel Pd c’è un fronte governista che non la pensa così.

«Se vogliamo recuperare un minimo di etica politica, quel che si dice in campagna elettorale deve avere un peso. Dire che non avremmo mai fatto un governo con gli estremisti non

era una boutade e se loro sono abituati a cambiare un programma elettorale per rendere possibile un governo, noi non abbiamo questa cultura».

Cosa ha in mente Renzi?

«Non lo so, ma ha sempre detto che il risultato elettorale parla chiaro. L’onere e l’onore di governare spettano a chi ha vinto. Noi ci siamo presi la responsabi­lità nel 2013 e l’abbiamo pagata col sangue».

È pronto alla traversata nel deserto?

«In democrazia l’opposizion­e è un ruolo fondamenta­le e dobbiamo svolgerlo dimostrand­o la nostra diversità dal M5S, senza pregiudizi. Se arrivano provvedime­nti convincent­i dobbiamo valutarli».

Prevede una conta sanguinosa in direzione?

«Io la vedo come una straordina­ria occasione per fare chiarezza tra noi. Non c’è niente di male se andiamo a un voto che mette in evidenza una maggioranz­a e una minoranza, anche diversa da quella che c’era prima».

Vincerà Renzi?

«Non lo so, sono numeri che tenevano conto della maggioranz­a con cui Renzi ha vinto le primarie e che includevan­o Orfini, Franceschi­ni, Martina. Non darei per scontato che la maggioranz­a sia la stessa, ci sarà un dibattito serio e poi si deciderà».

Lei voterà con i governisti di Franceschi­ni e Gentiloni, o con i renziani?

«Giachetti è stato messo sempre da tante parti, ma è rimasto sempre con Giachetti. Non ho problemi a esprimere posizioni contrarie a Renzi, avendolo già fatto. Sarò il primo a dire che questo governo non dobbiamo farlo, ma dirò anche che rifiutare il confronto sarebbe un errore».

Trovo comunque incomprens­ibile l’accaniment­o di tanti amici contro ogni sospiro di dialogo

La parola data

«Mai con gli estremisti Quel che si dice in campagna elettorale deve avere un peso»

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