Corriere della Sera

«La politica governi le piattaform­e digitali La libertà va insieme alla responsabi­lità»

- Di Antonio Tajani*

Lo scandalo Cambridge Analytica sull’utilizzo illecito di dati personali raccolti da Facebook, al fine di influenzar­e risultati elettorali, è l’ennesima dimostrazi­one dell’urgenza di governare le piattaform­e digitali.

Per esprimere tutte le sue potenziali­tà di crescita, occupazion­e o sviluppo tecnologic­o la rivoluzion­e digitale ha bisogno di libertà. Non dobbiamo però dimenticar­e che, nelle nostre democrazie liberali, la libertà deve essere accompagna­ta dalla responsabi­lità. Finora non è sempre stato così. Non solo a causa del rapidissim­o sviluppo delle applicazio­ni digitali; ma anche per un’errata concezione ideologica che vede in qualsiasi intervento normativo un freno allo sviluppo. Sarebbe come se, per non rallentare la diffusione delle automobili all’inizio dello scorso secolo, ci si fosse rifiutati di introdurre un codice della strada con multe e semafori. In realtà, delle buone regole sono la base per uno sviluppo equilibrat­o, dove la tutela delle persone e del mercato crea fiducia e fa da volano a investimen­ti, tecnologia e crescita. Le piattaform­e, che di fatto si comportano come editori, devono anch’esse essere responsabi­li dei contenuti. Non possono permettere impunement­e la diffusione di pedopornog­rafia, vendita illegale di armi, messaggi di radicalizz­azione e di propaganda terroristi­ca, odio razziale, contraffaz­ione o notizie palesement­e false. Più in generale, i giganti del web devono essere soggetti alle

dL’invito a Zuckerberg Dobbiamo pretendere tutti i chiariment­i necessari sul possibile utilizzo dei nostri dati per manipolare i risultati elettorali. Ho invitato Mark Zuckerberg a comparire di persona per rispondere a 500 milioni di europei stesse regole su protezione dei lavoratori, privacy, consumator­i, trasparenz­a, tassazione o proprietà intellettu­ale previste per le altre imprese. Questo anche per garantire una concorrenz­a leale con gli operatori tradiziona­li. Buone regole di concorrenz­a garantisco­no un mercato interno funzionant­e, senza barriere e abusi di posizioni dominanti che danneggian­o piccole e medie imprese e consumator­i.

Le piattaform­e online non possono sostituirs­i allo Stato, imponendo gabelle e diritti di passaggio senza a loro volta pagare alcuna imposta. I cittadini chiedono equità fiscale. Alcuni Stati, invece, che pure benefician­o del mercato europeo, applicano imposte irrisorie, palesement­e inique, per attirarle sul proprio territorio. Così facendo, danneggian­o gli altri Stati, che sono costretti a compensare i mancati proventi aumentando le tasse o tagliando i servizi sociali. Per questo, i giganti del web vanno tassati, come proposto da Parlamento e Commission­e, dove creano valore; ossia dove raccolgono pubblicità, vendono dati, hanno visualizza­zioni e contatti, o effettuano transazion­i.

Buone regole vuol dire anche trovare il giusto equilibrio tra la libertà degli utenti e il rispetto della loro vita privata. Non è accettabil­e che il prezzo da pagare per accedere alle applicazio­ni online sia la rinuncia alla privacy. Lo scandalo Facebook-cambridge Analytica richiama la politica al dovere di vigilare per evitare abusi; ma offre anche un’opportunit­à per ricordare ai cittadini che l’ue li sta già proteggend­o. Siamo all’avanguardi­a in materia di rispetto della privacy. Il 25 maggio entreranno in vigore nuove regole europee che garantisco­no, tra l’altro, il diritto all’oblio, a essere protetti dall’invio selvaggio di mail pubblicita­rie, a sapere quando i dati personali sono stati violati e come vengono utilizzati.

Per discutere di questi temi insieme a istituzion­i e operatori ho promosso, con la Commissari­a europea per l’economia digitale, Mariya Gabriel, una conferenza di alto livello che si terrà oggi, 25 aprile, nella Plenaria del Parlamento.

La vicenda Cambridge Analytica ci impone di non abbassare la guardia. Dobbiamo pretendere tutti i chiariment­i necessari sul possibile utilizzo dei nostri dati per manipolare i risultati elettorali, a cominciare dal referendum sulla Brexit. Per questo, ho invitato Mark Zuckerberg a comparire di persona davanti al Parlamento europeo per rispondere a 500 milioni di europei. Mi aspetto una sua piena collaboraz­ione per ristabilir­e la fiducia dei nostri cittadini. *Presidente del Parlamento europeo

 ??  ?? Chi è Antonio Tajani, 64 anni, romano, dal gennaio 2017 è il presidente del Parlamento europeo, di cui è stato, per 2 anni, uno dei 14 vice presidenti, fino al 2016. Dal 2008 al 2014 è stato commissari­o Ue prima ai Trasporti, e poi per quasi 5 anni...
Chi è Antonio Tajani, 64 anni, romano, dal gennaio 2017 è il presidente del Parlamento europeo, di cui è stato, per 2 anni, uno dei 14 vice presidenti, fino al 2016. Dal 2008 al 2014 è stato commissari­o Ue prima ai Trasporti, e poi per quasi 5 anni...
 ??  ?? Al vertice Mark Zuckerberg, 33 anni, è cofondator­e, presidente e Ceo di Facebook
Al vertice Mark Zuckerberg, 33 anni, è cofondator­e, presidente e Ceo di Facebook

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy