Corriere della Sera

Il baronetto Ringo Starr «Il ritiro? Tra 10 anni»

«Triste andare a Buckingham da solo senza gli altri Beatles Il mio ritiro? Tra dieci anni»

- di Andrea Laffranchi

«C hiamami come preferisci». Ringo Starr non ha perso il suo sense of humour. In una cerimonia ufficiale a Buckingham Palace il 20 marzo il principe William gli ha conferito il titolo di Sir, ma l’ex Beatles non è uno da formalità. Se lo saluti con un Sir, Ringo scoppia in una risata. Il musicista sta preparando un tour con la All Starr band che passerà dall’italia per tre date (8 luglio al Lucca Summer Festival, 9 a Marostica, 11 a Roma). Con lui sul palco una superband con Colin Hay dei Men at Work, Steve Lukather dei Toto, l’ex Santana e Journey Gregg Rolie e il nuovo ingresso Graham Gouldman dei 10cc.

Cosa ha pensato quando il principe William le ha posato la spada sulla sua spalla?

«È parte di una tradizione ma è stato strano. Non è una cosa che ti capita tutti i giorni. In generale però direi che è stata una bella esperienza. Durante la giornata mi hanno attraversa­to varie emozioni, dalla follia alla gioia. Quando me ne sono andato e tutto era finito ho provato anche un momento di tristezza».

Perché?

«L’ultima volta che ero stato a Buckingham Palace eravamo in quattro (quando i Beatles ottennero il titolo di Mbe nel 1965, ndr). Questa volta ero da solo».

Ringo pacifista, lei saluta sempre con le dita che fanno il segno della pace, diventa sir ma la sua Inghilterr­a partecipa alle operazioni in Siria..

«Non voglio parlare di politica. Non sono un politico. Sono qui per dire peace and love».

Si celebrano i 50 anni di ogni album dei Beatles. Fra un po’ però sarà mezzo secolo dallo scioglimen­to della band...

«Per ora mi godo le rimasteriz­zazioni delle tracce. Hanno un suono moderno, più luminoso e finalmente si può sentire la batteria».

La rivincita di Ringo? Pensava di meritarsi più spazio?

«Penso che per la tecnologia dell’epoca la batteria si sentisse pochissimo. Ora è chiara e si può ascoltare quello che facevo allora».

Il prossimo a superare il mezzo secolo sarà il «White Album».

«Amo quel disco. Dopo “Sgt. Pepper” siamo tornati a essere una band anche se io durante le registrazi­oni avevo lasciato per poi tornare. Una delle tracce che promuovo sempre è “Yer Blues”. Eravamo in una stanza di 4 metri, senza divisori, solo noi quattro che suonavamo assieme. Per me la musica è stato sempre quello. Ecco perché sono pronto a ripartire con il tour, amo suonare dal vivo».

Nel suo ultimo album «Give More Love», uscito lo scorso anno, ha collaborat­o con Paul Mccartney. Per i fan una specie di reunion. Ma dallo scioglimen­to alla morte di John siete mai stati vicini a un vero ritorno?

«No. Ne abbiamo parlato una volta, ma non siamo mai arrivati a dire “andiamo!”. Non è mai diventato realtà. Sono stato fortunato perché ho suonato nei dischi di John e George, ho fatto tracce con Paul e tutti loro sono stati nei miei album, John ha scritto una canzone per me, George aveva prodotto “It Don’t Come Easy”. Ci si frequentav­a, ma non come Beatles».

È appena uscito il suo nuovo singolo «Give More Love». È credibile Ringo che

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Il cambiament­o

Con la tecnologia di un tempo la batteria era un po’ nascosta, ora si sente quello che facevo allora

dice «il mondo è un posto difficile»?

«Ci sono Paesi e migliaia di persone senza nulla. Sono un sostenitor­e di Water Aid. Tu stai nella tua casa in Italia, io nella mia di Los Angeles: apriamo il rubinetto e abbiamo acqua. C’è gente che fa chilometri per poterla raccoglier­e e portare a casa».

Ma per lei come persona privata è un posto difficile?

«Adesso no. Vivo in una bella casa a Los Angeles. Ne ho anche una in Inghilterr­a. Come capita a tutti ho delle giornatacc­e».

L’ultima?

«Nel 1963… Avevo già successo ma sento di averne di più adesso».

Mai pensato al ritiro?

«Sono felice che mi faccia questa domanda. Così le annuncio il mio ritiro: avverrà fra 10 anni. Nel 2028 mollo tutto. In realtà non ho mai pensato di ritirarmi. Questo è quello che amo fare e ho ancora l’opportunit­à di poter fare. C’è il tour in Europa e poi quello negli Usa. E l’anno prossimo, non so ancora dove, ma lavorerò ancora».

Cosa ci sarà in questi show?

«La All Starr Band funziona così. Io scelgo 12 canzoni, poi ognuno degli altri 4 membri ne sceglie 3 delle sue. Quelle garantite, quelle che ci saranno di sicuro, sono “With a Little Help from My Friends”, “Yellow Submarine” e anche “Matchbox” di Carl Perkins».

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Grinta Ringo Starr, 77 anni, oltre che batterista è anche cantautore, compositor­e e pittore

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