Ultrà arrestati La Uefa: durissimi con la Roma
Gli investigatori convinti che sia stato un attacco organizzato, forse sottovalutato dagli inquirenti inglesi Arrestati due teppisti, tifoso Liverpool in coma Gli aggressori individuati dalla polizia italiana Provvedimenti pesanti per il club giallorosso
Scontri di Liverpool, due tifosi della Roma in arresto per tentato omicidio. È stata la polizia italiana a riconoscere in un video gli ultrà accusati di avere aggredito e picchiato il tifoso inglese, ora in coma. Hanno 21 e 28 anni. Per i disordini prima della partita sono indagati altri sette romanisti. Intanto l’uefa annuncia «provvedimenti severissimi».
ROMA Sono stati i poliziotti italiani a individuare gli aggressori esaminando i filmati girati vicino allo stadio prima della partita Liverpool-roma. Gli agenti della Digos della capitale erano partiti al seguito della tifoseria e hanno avvisato i colleghi britannici sulla presenza «di circa 40 ultrà appartenenti al gruppo dei Fedayn, arrivati alla stazione ferroviaria e poi a piedi allo stadio». Un allarme che potrebbe essere stato sottovalutato. Il gruppo degli ultrà più violenti è infatti arrivato davanti alla Kop, il cuore del tifo del Liverpool, e sono cominciati gli scontri. Tra loro anche Filippo Lombardi, 21 anni, e Daniele Sciusco, 28, arrestati per aver picchiato selvaggiamente Sean Cox, 53 anni, riducendolo in fin di vita.
Un’azione che certamente avrà gravi conseguenze per la squadra, probabilmente già prima del match di ritorno previsto per il 2 maggio. In una nota l’uefa si dice «profondamente scioccata per il vile attacco», annunciando «provvedimenti severissimi». Il rischio è che le prossime partite internazionali vengano giocate a porte chiuse, ma non è escluso che la sanzione possa essere ben più severa arrivando fino alla squalifica.
Raduno al porto
Gli investigatori sono convinti che si trattasse di un attacco premeditato. Nell’informativa trasmessa in Italia viene infatti sottolineato come già nelle ore precedenti la partita era stato comunicato ai colleghi britannici che «presso l’albert Dock, la zona dei pub che si trova nell’area portuale della città, si era radunata, nei diversi locali presenti, la maggior parte dei contesti oltranzisti giallorossi, molti dei quali arrivati con autobus e auto prese a noleggio». Tra loro: Roma, Boys, Romanismo, Nord Alta. I poliziotti hanno anche «segnalato alla polizia inglese la presenza dei leader che stavano approntando un corteo a piedi verso l’impianto sportivo, costituendo un sodalizio di circa 200 facinorosi. E la partenza dalla stazione ferroviaria di Manchester del gruppo dei Fedayn, che sarebbe giunto alla stazione ferroviaria di Liverpool, distante dallo stadio di Anfield circa tre chilometri a piedi». Un’informazione che — come si specifica nella relazione — «non ha ottenuto la giusta considerazione: il gruppo ha proseguito a piedi verso l’impianto sportivo, in assoluta autonomia, giungendo peraltro a ridosso dello stesso presso il settore della “Kop”, sodalizio oltranzista del Liverpool».
L’attacco dei Fedayn
Proprio lì Sean Cox è con il fratello in attesa di entrare allo stadio. Gli italiani lo aggrediscono colpendolo alla testa. L’uomo si accascia e viene portato al centro neurologico di Walton Hall. Ha danni cerebrali, secondo alcuni parenti intervistati dal Mirror «la moglie si sta chiedendo se non sia il caso di lasciarlo andare». I tifosi intanto entrano nello stadio e la polizia italiana raggiunge la Control room per visionare i filmati sequestrati dai colleghi britannici. Individua chi ha partecipato agli scontri. Altri quattro romanisti vengono fermati per reati diversi e dovrebbero essere rimpatriati nelle prossime ore. I due aggressori del tifoso inglese sono stati interrogati e saranno invece processati in Inghilterra. Rischiano una condanna pesante, che diventerà ben più grave se l’uomo dovesse morire.
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