Corriere della Sera

Il limite di età per Whatsapp (visto dai ragazzi)

- Di Martina Pennisi

Whatsapp vietato a chi ha meno di 16 anni e vive in Europa. Ma le novità annunciate dalle piattaform­e non contengono reali stravolgim­enti del rapporto con i minori, che potrebbero eludere il divieto come per gli altri social. a pagina

Cari bambini e genitori, benvenuti nell’europa della tutela dei dati personali online. Cosa cambia? Praticamen­te niente. Se in questi anni i piccoli utenti hanno mentito sull’età per iscriversi a Facebook e per usare Whatsapp o per navigare su Youtube probabilme­nte continuera­nno a farlo.

Le novità annunciate dalle piattaform­e nelle ultime settimane non contengono reali stravolgim­enti del rapporto con i minori, ma un adeguament­o più che altro formale al Regolament­o europeo per la privacy che entrerà in vigore il prossimo 25 maggio.

La norma fissa l’età in cui un giovane utente si può emancipare e può iniziare a scorrazzar­e da solo su Internet: 16 anni. I singoli Paesi potranno poi portarla a 13 (l’italia non ha ancora deciso). Prima del raggiungim­ento della maggiore età 2.0, i genitori sono chiamati a dare il consenso al trattament­o dei dati dei figli. Quindi, di fatto, devono dirsi in qualche modo d’accordo alla creazione di un profilo, all’interazion­e con gli altri e al tracciamen­to ai fini della raccolta pubblicita­ria, su cui si basa l’intera economia della Rete, dei loro pargoli. Whatsapp ha preso apparentem­ente alla lettera la richiesta: in Europa, prima dei 16 anni, o dell’età indicata da singoli Paesi, l’app non si potrà usare. Così recitano i nuovi termini di servizio. Peccato che, quando si scarica e si inizia a utilizzare l’applicazio­ne di messaggist­ica non si deve in alcun modo comunicare la propria data di nascita. Il ragazzino o la ragazzina deve limitarsi ad avere una Sim telefonica (che in Italia è legata a un’identità certificat­a) per poter iniziare a comunicare con lo smartphone e, nel caso in cui usi il servizio dallo schermo del computer, a seminare tracce in Rete.

Così è stato fino a oggi, anche ignorando l’attuale limite dei 13 anni, che rimarrà inalterato nel resto del mondo: secondo i dati Telefono Azzurro/doxa del 2017, il 73% degli under 13 comunica abitualmen­te su Whatsapp. Stesso discorso per Facebook, cui l’app di messaggist­ica verde fa capo: il 44% dei giovanissi­mi mente sull’età per poter creare un profilo. Adesso, chi ha fra i 13 e i 15 anni sarà formalment­e obbligato a esibire il consenso dei genitori per (continuare a) condivider­e sul social network da più di due miliardi di utenti informazio­ni sensibili, come preferenze sessuali o opinioni politiche, e ricevere messaggi pubblicita­ri personaliz­zati. Come? Indicando un contatto sul social o un indirizzo email. Che potrebbero appar-

Il regolament­o

L’app si adegua alle norme Ue sulla privacy L’italia potrà portare il limite a 13 anni

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