Corriere della Sera

Ventinove denari

- di Massimo Gramellini

Il Ministero dell’istruzione — sempre sia lodato — ha scritto al sindaco di un Comune arrampicat­o sulle colline di Genova per chiedergli come intenda spendere il tesoretto che gli spetta per la messa in sicurezza delle sue scuole: 29 euro. La serietà di una nazione si vede da queste piccole cose. Sono buoni tutti a sperperare milioni di denaro pubblico in licei diroccati, ospedali fatiscenti e metropolit­ane immaginari­e senza battere ciglio, anzi, tornando a battere cassa presso i contribuen­ti. Si tratta di cifre immense: un mare nel quale è dolce naufragare, evitando di accanirsi in controlli stucchevol­i e maleducati. Mentre i 29 euro destinati al paese di Neirone rappresent­ano una certezza. Piccola fin che si vuole, ma toccabile con mano. Perciò, come dice la neolingua in vigore, il loro impiego va «monitorato» con metodo implacabil­e. Perché è da quei 29 euro, molto più che dalla ventinoves­ima tranche della Salerno-reggio Calabria, che avrà finalmente inizio il ripianamen­to dei conti dello Stato.

Se avesse avuto una scuola, il sindaco di Neirone avrebbe potuto dare il via a qualche grande opera: il cambio di un paio di lampadine fulminate e del lucchetto arrugginit­o del cancello. Ma poiché a Neirone una scuola non c’è, ha dovuto rispondere al Ministero che i 29 euro contribuir­anno in minima parte all’affitto che ogni anno versa all’asilo di un paese vicino, affinché accolga i bambini del suo. Visti i tempi, è auspicabil­e che fornisca lo scontrino.

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