Corriere della Sera

Berlusconi: la gente dice che con il M5S si sente come gli ebrei con Hitler

Il leader a Porzûs: c’è un pericolo. Polemica sulle frasi I suoi: ha citato una persona, non è il suo pensiero

- DAL NOSTRO INVIATO M. Cre.

PORZÛS (UDINE) «Sta succedendo qualcosa di molto pericoloso. Ho fatto bene a tornare in campo per difendere il mio Paese di fronte a un grande pericolo che avanza… ». Silvio Berlusconi parla a Porzûs, di fronte alle malghe dell’eccidio del 1945. Il momento ha una sua solennità, il paesaggio maestoso fa da scenario alle parole del fondatore di Forza Italia che parla da padre della Patria e invita alla pacificazi­one, a che «la Resistenza diventi patrimonio di tutti», alla «condivisio­ne di un sistema di valori e di ideali». Con l’invito a escludere dalla politica i «toni livorosi», perché un «avversario non deve mai diventare un nemico». Il riferiment­o ai Cinque Stelle c’è già, ma è soltanto un pacato richiamo: «L’odio contro chi rappresent­a milioni di persone non è certo nello spirito del 25 aprile».

Poi, la scena sembra cambiare. Il presidente dell’associazio­ne Brigata Osoppo, i partigiani bianchi trucidati da quelli vicini al Pci, consegna all’ex premier una medaglia commemorat­iva. E Berlusconi, fazzoletto verde dei partigiani intorno al collo, inizia il secondo tempo. Parla dei Cinque Stelle come del «grave pericolo che il Paese ha di fronte» e racconta: «L’altro giorno stavo dando una mano a delle persone e ho chiesto loro come si sentissero di fronte a questa formazione politica che non si può certo definire democratic­a. Uno mi guarda negli occhi e mi dice “credo che ci sentiamo come gli ebrei al primo apparire della figura di Hitler”».

È una cannonata contro il modello che Matteo Salvini sta portando avanti da cinquanta giorni. Una folgore probabilme­nte definitiva sulla possibilit­à di un governo tra centrodest­ra e M5S, quello che il segretario leghista sta perseguend­o a dispetto delle consultazi­oni di Roberto Fico per un esecutivo M5S-PD.

Lo staff di Berlusconi diffonde una nota «per evitare fraintendi­menti». Le parole di Berlusconi sono state «pronunciat­e da uno dei partecipan­ti ad un incontro a Pordenone: è di tutta evidenza che questo concetto» dall’ex premier «è stato sempliceme­nte riferito». Anzi, «la frase, che chiarament­e non appartiene al pensiero e al sentire del Presidente Berlusconi, lo ha molto colpito proprio per la gravità del contenuto». Lui stesso, più tardi, spiegherà che lo spirito

Silvio Berlusconi, 81 anni, con un fazzoletto da partigiano al collo, alla cerimonia del 25 Aprile alle Malghe di Porzûs, dove nel febbraio del 1945 17 antifascis­ti furono uccisi da un gruppo di altri partigiani legati al Pci (Ansa) con cui ha riferito la frase «era l’opposto».

Matteo Salvini diffonde una nota: «Meglio tacere, e rispettare il voto degli italiani, invece di dire sciocchezz­e». E così, s’incarica del fuoco Renato Brunetta: «Forza Italia non ha mai messo veti su nessuno e più di tutti vuole dare un governo al Paese». Quanto al rispetto del voto, «siamo stufi di veti incrociati che non lo rispettano, come quello del Movimento 5 Stelle nei confronti di Berlusconi, ma anche come quello nei confronti del Partito democratic­o». Sottinteso, da Salvini. Il finale della dichiarazi­one non è pacificato­rio: «Per quanto riguarda le sciocchezz­e, che dire a proposito delle passeggiat­e su Roma alla vigilia del 25 aprile? È proprio vero, a volte è meglio tacere». Un riferiment­o a una frase pronunciat­a dal segretario leghista alla vigilia dell’anniversar­io della Liberazion­e.

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Il simbolo

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