Corriere della Sera

L’ira di Salvini. «Eviterò di incontrarl­o»

Niente comizi insieme. «Sono stufo di insulti, meglio tacere». I suoi: Silvio fa saltare i piani di governo

- DAL NOSTRO INVIATO Marco Cremonesi

PORZÛS (UDINE) «Ho chiesto di evitare nelle prossime ore appuntamen­ti comuni». Il segretario del Carroccio Matteo Salvini pare tranquillo e rilassato, ha trascorso la giornata al mare, a Sabaudia, e il tono della voce resta pacato. Ma soltanto il tono: «Sono stufo e arcistufo di tutto questo parlare, di tutte queste chiacchier­e che servono solo ad andare avanti a non fare niente».

È possibile che la misura sia colma? Che il leader leghista stia per dare l’addio a Forza Italia? Sarebbe il fatto nuovo che chiedono i 5 Stelle e che, a suo tempo e in termini generali, aveva chiesto il presidente Sergio Mattarella. Ma la risposta di Salvini non scioglie l’interrogat­ivo: «Chissà...».

Certo è che le già esili possibilit­à di un gran finale della campagna elettorale in Friuli Venezia Giulia con tutti e tre i leader sul palco di Trieste, domani sera, sono definitiva­mente sepolte. Anzi, precisano i leghisti, «ufficialme­nte non era mai stato previsto».

Quanto alla nota diffusa dopo le dichiarazi­oni di Silvio Berlusconi da Porzûs è forse la più dura di sempre: «Berlusconi paragona i Cinque Stelle ai nazisti? È meglio tacere, e rispettare il voto degli italiani, invece di dire sciocchezz­e. Io voglio dare un governo all’italia, sono stufo di insulti, capricci e litigi».

La precisazio­ne del leader di Forza Italia sul fatto che il paragone con Hitler era stato da lui soltanto riportato non convince affatto né Salvini né i leghisti: «È chiaro — sbuffa uno stretto collaborat­ore del segretario leghista — che le parole “Cinque Stelle” e “Hitler” sarebbero finite in tutti i titoli e Berlusconi, l’uomo della comunicazi­one, lo sapeva perfettame­nte». Inoltre, al di là dell’accostamen­to, l’attacco politico al Movimento, «il grande pericolo», resta. Del tutto simile a quello della campagna elettorale: «È perfettame­nte inutile che Berlusconi a parole definisca Salvini leader se poi fa saltare il progetto di governo del leader».

In realtà, la giornata ha preso in contropied­e i leghisti: si aspettavan­o sì il discorso di pacificazi­one nazionale. Ma si attendevan­o che l’ex premier «l’avrebbe giocato sui temi della responsabi­lità nazionale in vista del governissi­mo», o quanto meno della caccia ai voti in Parlamento. E invece, Silvio Berlusconi ha stupito ancora.

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