Corriere della Sera

Uccise la giornalist­a nel sottomarin­o Ergastolo all’«inventore pazzo»

Pena eccezional­e per la Danimarca, sconvolta dal processo. Il sospetto di altri delitti

- di Luigi Offeddu loffeddu@corriere.it

Peter Madsen, 47 anni, l’inventore danese accusato di aver ucciso e smembrato una giornalist­a invitata a bordo del suo sommergibi­le privato, è stato condannato all’ergastolo.

«È un uomo gentile e compassion­evole», aveva testimonia­to in tribunale un suo socio. Da giovane, sognava di esplorare altri pianeti, era perfino riuscito a realizzare e lanciare da solo un missile sul Mar Baltico: per i suoi amici era un poeta, «Madsen-missile».

Ma poche ore prima di accogliere Kim Wall, svedese, 30 anni, a bordo del sommergibi­le UC 3 Nautilus costruito con le sue stesse mani, quel poeta cercò sul web, dal suo iphone, questa frase: «Ragazza che soffre mentre viene lentamente decapitata con un piccolo coltello». E ancora: «Gola, sofferenza, ragazza decapitata».

Era la sera del 10 agosto 2017, al tramonto. Nei giorni seguenti, la testa di Kim viene trovata nel mare al largo di Copenaghen, staccata di netto, come le sue gambe e altre parti del corpo, chiuse in borse di plastica zavorrate da pezzi di metallo. Nelle buste c’era anche un coltello. L’autopsia rivelò i segni di 15 pugnalate inferte all’addome della vittima. Mentre nel computer a casa dell’ingegnere la polizia scoprì circa cento filmati che mostrano donne torturate e anche uccise, i cosiddetti snuff-movie dove nulla è simulato. «Quell’hard disk non è il mio», si difese l’imputato.

Kim Wall era una brillante giornalist­a freelance, aveva studiato alla London School of Economics e alla Columbia University, e lavorato in vari giornali d’europa fra cui il Guardian. Era curiosa, piena di vita e passione profession­ale, aveva un compagno che amava molto.

In Danimarca, le condanne per omicidio si aggirano di solito intorno ai 12 anni di reclusione. Ma questa volta è stato ergastolo: per omicidio, violenza sessuale, dissacrazi­one di un corpo. E per mesi il Paese ha seguito sconvolto il processo.

Madsen ha ammesso di aver smembrato la giornalist­a, che aveva invitato a bordo per un’intervista (due giorni prima aveva cercato di farlo con un’altra donna), ma ha sempre negato di averla uccisa: «L’ho trovata già morta — ha raccontato — poi sono stato preso dal panico e ho deciso di disfarmi del corpo: smembrarlo è stata per me una cosa orribile».

All’una del mattino, lanciò un sos mentre il sommergibi­le affondava: «Madsen-missile» fu soccorso e poi arrestato, nessuno credette alle sue varie versioni di una morte «accidental­e». Disse infatti che Kim era stata soffocata da una fuga di gas, o da un calo di pressione, o colpita alla testa da una porta blindata, mentre lui era sul ponte del Nautilus. Ma tutte le perizie hanno escluso queste ipotesi, pur senza appurare una causa certa della morte, viste le condizioni dei resti ritrovati in mare.

Così è rimasta la tesi dell’accusa, poi confermata dalla sentenza: Madsen, psicopatic­o e «mentitore patologico», assassino che potrebbe anche ripetere il suo delitto, ha premeditat­o l’omicidio di Kim Wall, sgozzandol­a o strangolan­dola come in uno dei suoi prediletti snuff-movie, i film della morte vera. La polizia danese sta ora indagando su altri delitti del passato, cold case legati alle zone in cui Peter Madsen potrebbe aver vissuto e inseguito i suoi «sogni» di inventore.

La premeditaz­ione Violentò la vittima, poi fece a pezzi il corpo. Sul suo computer, decine di filmati di omicidi

 ?? (Ritzau) ?? Alla partenza In alto a sinistra, una foto di Kim Wall, giornalist­a freelance svedese uccisa ad agosto dall’inventore danese Peter Madsen.
Qui sopra, i due sulla torretta del «Nautilus» in partenza, poche ore prima del delitto. Wall era stata invitata...
(Ritzau) Alla partenza In alto a sinistra, una foto di Kim Wall, giornalist­a freelance svedese uccisa ad agosto dall’inventore danese Peter Madsen. Qui sopra, i due sulla torretta del «Nautilus» in partenza, poche ore prima del delitto. Wall era stata invitata...
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