Corriere della Sera

La terra trema, paura in Molise «Noi con l’incubo di Amatrice»

Scossa di magnitudo 4,2. Nessun danno rilevato, oggi scuole chiuse

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Paura per la diga CAMPOBASSO del Liscione. Cautele per la statale bifernina (alcuni tratti sono stati chiusi per poi essere riaperti). Angoscia, sia pure breve, fra Acquaviva Collecroce (l’epicentro), Guardialfi­era, Lucito, Castelmaur­o e Montenero di Bisaccia. Come uno schiaffo, la scossa di magnitudo 4.2, in provincia di Campobasso, ha ricordato a tanti che siamo, geologicam­ente parlando, il cuore fragile dell’europa, il Paese che trema per le sue faglie, la terra che si apre all’improvviso. È un sentimento di precarietà e un po’ trapela anche nel racconto di Vittorio Angiolillo del bar Biferno di Lucito che ieri era aperto, come una giornata qualunque, fra pizze calde e caffè in velocità: «Ho sentito un rumore, qualcosa di insolito, allora mi sono collegato ai social, ho aperto Facebook, qualche amico era sceso in strada, la paura si è fatta sentire ma, per fortuna, non ho letto post davvero allarmanti. Per un attimo, comunque, abbiamo pensato alle scene terribili dell’ultimo terremoto di Amatrice ma, miracolo, non è andata così».

Oggi, comunque, molte scuole di paesi e frazioni saranno chiuse. Elicotteri della Protezione civile si sono alzati anche in serata — il monitoragg­io di valichi, ponti e dighe è proseguito per l’intera giornata — mentre fra i clienti di bar, caffè, ristoranti, ci sono stati momenti di grande paura: «Qui abbiamo sentito di colpo un rumore strano, una sorta di boato, eppure non si vedeva nulla di diverso. Né lampadari tremare, né bicchieri o stoviglie muoversi. È stato come assistere al movimento rapido di un animale» aggiungono al ristorante «la Baia» che si trova poco lontano dall’epicentro. «Più che altro, forse, hanno pesato le immagini dei disastri precedenti» osserva Alex Lioffredi che dal pub omonimo dice di aver sentito appena la scossa ma di aver saputo dell’insolito viavai di ingegneri della Regione Molise fra il lago del Liscione e le zone attorno. Anche lui, ammette, ha compulsato i social, un modo per esorcizzar­e la paura e non perdersi d’animo.

A qualcuno sarà perfino tornato in mente un evento confinato nel passato remoto: ad Acquaviva, dove si è regi- strata la scossa di ieri, la terra tremò con crudeltà nel 1456, radendo completame­nte al suolo la zona, all’epoca un feudo dei Cavalieri di Malta ma anche una colonia di slavi che, dalla Dalmazia, per sfuggire all’invasione turca, si adattarono alle difficoltà di una terra complicata e marginale. La zona è ancora bilingue. E ieri l’ambasciato­re della Croazia, Jasen Mesic, ha telefonato al sindaco di Acquaviva, Francesco Trolio, per testimonia­rgli la sua solidariet­à.

Per tutto il giorno, invece, Donato Toma, il neo presidente della Regione, ha percorso i comuni della zona, cercando di capire se vi siano danni, disagi, interruzio­ni che fortunatam­ente non risultano. «Sarà che la memoria fa cattivi scherzi — dice un avventore del caffè Brisotti, a Campobasso — ma pochi secondi di scossa ci hanno fatto tornare in mente la grande tragedia di San Giuliano di Puglia». Era il 2002. Una scossa di terremoto della magnitudo di 5.7 fece tremare il Molise. L’epicentro fu San Giuliano. Ventisette bambini della scuola elementare Jovine e la loro maestra morirono nel crollo, e il sisma fece altre due vittime. Pochi, oggi, riescono a dimenticar­lo.

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(Ansa/luca Prosperi) Centro storico Guardialfi­era, uno dei Comuni più vicini all’epicentro del terremoto di ieri in Molise

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