Corriere della Sera

Pedofilia, Francesco e le scuse alle vittime cilene

Il Papa riceverà tre giovani che hanno subito molestie: voglio condivider­e il loro dolore

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prete pedofilo Fernando Karadima, uno scandalo che ha devastato la Chiesa in Cile e funestato la visita di Francesco a gennaio. Il Papa da principio aveva difeso Barros, «sono calunnie, per due volte ho respinto le sue dimissioni, non ci sono evidenze», ma poi ha disposto un’indagine affidata in febbraio all’arcivescov­o maltese Charles Scicluna, uomo di punta del Vaticano nella lotta contro i preti pedofili: 64 testimoni sentiti a Santiago del Cile, 2.300 pagine. Letto il rapporto, Bergoglio ha scritto l’8 aprile ai vescovi cileni: «Riconosco di aver commesso errori gravi di valutazion­e e percezione della situazione, specialmen­te per mancanza di informazio­ni veritiere ed equilibrat­e». Tradotto: non me l’avete raccontata giusta. Nelle lettera, Francesco convocava i vescovi a Roma per decidere «atti concreti, riparare lo scandalo e ripristina­re la giustizia». Prima, però, vuole vedere le tre vittime di Karadima.

Ieri Juan Carlos Cruz ringraziav­a Scicluna e Padre Bartolomeu, suo collaborat­ore nell’ex Sant’uffizio: «Grazie per averci creduto e aiutato ad arrivare dove siamo oggi. Hanno investigat­o seriamente, hanno detto la verità e ci hanno trattato con dignità. Non siamo abituati a ciò dai vescovi del Cile».

La vicenda fa vacillare la gerarchia della Chiesa cilena. Karadima era diventato molto potente durante gli anni di Pinochet. Le vittime accusano altri tre monsignori cresciuti nella «fraternità» di Karadima e divenuti vescovi, come Barros. Soprattutt­o dicono che i cardinali Ricardo Ezzati, arcivescov­o di Santiago, e Javier Errázuriz, l’emerito della capitale, hanno mentito e coperto lo scandalo. Errázuriz fa parte del «C9», il gruppo di consiglio del pontefice, e ieri partecipav­a alla riunione mentre il cardinale di Boston O’malley, il primo che fece notare a Francesco di aver sbagliato, spiegava che «la priorità» è «l’ascolto delle vittime». Ora Francesco «chiede preghiere per la Chiesa in Cile e auspica che questi incontri possano essere un passo fondamenta­le per rimediare ed evitare gli abusi di coscienza, di potere e sessuali all’interno della Chiesa». ● L’incontro con papa Francesco (foto sopra) avverrà nella residenza di Santa Marta

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L’incontro ● Le tre vittime di abusi sessuali in Cile sono Juan Carlos Cruz, James Hamilton e Jose Andrés Murillo

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