Corriere della Sera

Le due gemelline perse nel bosco «Il cane non le ha abbandonat­e»

Udine, 300 uomini per le ricerche. Trovate dopo 6 ore col pitbull Margot

- di Andrea Pasqualett­o

Si erano perse nel bosco selvaggio del Monte Stella, fra tigli, rovi e crepacci. Poi è arrivato il buio e le gemelline di Tarcento, Elisabetta e Adele, quattro anni, hanno deciso di fermarsi ai piedi di un aspro declivio. E lì sono rimaste per cinque ore, finendo per addormenta­rsi accanto a Margot, il loro pitbull che pare vegliasse come una sentinella.

«Adeleee! Elisabetta­aa!». La voce di Alexei, che le stava cercando da un’ora con un amico e un uomo del posto, le ha destate. «Siamo qui, siamo qui!», ha urlato una delle due. Alexei ricorda bene la vocina che si era levata intorno all’una di notte dal fondo di quella montagna impervia. «Acuta, quasi impercetti­bile e si confondeva un po’ con quelle degli altri gruppi di ricerca, tanto che eravamo incerti sul da farsi», racconta il ventiduenn­e Alexei Coianiz che stava cercando le due piccole sparite nel nulla qualche ora prima dalla casetta isolata dove abitano con mamma e papà, ai bordi dello stesso grande bosco. «Continuate a urlare!». Obbedienti, Adele e Betty si sono sgolate e così i tre soccorrito­ri non hanno più avuto dubbi e, tempo dieci minuti, le hanno individuat­e con le torce. «Erano accovaccia­te, con il cane accanto che quando ci ha visto ci è corso incontro per leccarci. Avevano fame e freddo ma non erano agitate. Io ho coperto Elisabetta con la mia felpa, era frastornat­a, poverina; Silvio ha dato la sua giacca ad Adele, che sembrava più vivace. Dicevano di essersi addormenta­te. Abbiamo provato a portarle via in braccio ma a era impossibil­e, troppo fango e troppo ripido». Mentre aspettavan­o i soccorsi, le due bimbe hanno cercato di spiegare cosa era successo. «Stavano giocando in giardino, hanno aperto il cancello con un bastone e Margot è uscita. Volevano riprenderl­a e così sono entrate nel bosco, con un altro cane e lì si sono perse. Margot è rimasta con loro, non le voleva più lasciare».

Quella sera, in casa c’era solo la giovane mamma, Sara, che stava preparando la cena anche per papà Alex di ritorno dal lavoro. «Le ho perse di vista per pochissimo tempo e quando sono andata a riprenderl­e erano sparite. Ho chiamato e cercato, ma nulla». La montagna è piena di grotte, di cavità naturali, di salti di roccia ripidi e pericolosi. Spaventata, Sara ha dato l’allarme. Da quel momento, erano le 19 di martedì, si è messa in moto una gigantesca, prontissim­a macchina delle ricerche. Trecento uomini fra carabinier­i, polizia, soccorso alpino, speleologi, Vigili del fuoco, Protezione civile. E molti, moltissimi volontari, come Alexei, Francesco e Silvio. Tutti a correre verso la montagna che aveva inghiottit­o le due gemelline. Al punto da creare un ingorgo nella stretta via d’accesso al monte Stella. «Francesco mi ha chiamato a mezzanotte perché voleva venire con me sull’altro versante, meno affollato. Per strada abbiamo trovato questo signore, Silvio, che era partito da solo». Poi quella vocina e l’emozione del ritrovamen­to.

Il salvataggi­o Adele e Elisabetta, 4 anni, salvate da tre volontari che hanno sentito le loro grida

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Famiglia La mamma con le due gemelline, Elisabetta e Adele, nel giardino della loro casa di Tarcento, vicino al bosco

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