Corriere della Sera

«Io, runner estremo contro la fibrosi»

Sebastiano, milanese, esperto di finanza: «Corro 900 km sui Pirenei per raccoglier­e fondi»

- Alessandro Fulloni

Le guide alpine che lo aiuteranno a non perdersi correndo tra i Pirenei saranno due suoi ex professori — «li considero quasi un papà e una mamma» —, una coppia di pensionati inglesi: Bill O’ Connor, che insegnava geografia, e la moglie Sally, ex docente di letteratur­a. Ma il resto — fiato, sudore, grinta e soprattutt­o la passione per condurre un’iniziativa finalizzat­a alla lotta alla fibrosi cistica, grave malattia degenerati­va — lo dovrà mettere per intero Sebastiano Arlotta Tarino, milanese di 29 anni, banker specializz­ato in invementi. Deserto Sebastiano Arlotta Tarino alla «Atacama Crossing Racing the Planet», corsa massacrant­e tra Perù e Cile stimenti finanziari.

Una vita sempre di corsa, la sua: di giorno in giacca e cravatta per seguire i flussi di Borsa e l’andamento dei mercati. Ma dal «mattino presto, tra le 5 alle 7, o alla sera passate le 20», con indosso la tenuta da podista per gli allena- Quelli necessari per disputare le massacrant­i ultramarat­one estreme che si corrono in scenari maestosi e inospitali: il deserto dell’atacama, tra Perù e Cile, e quello del Gobi, in Mongolia. O il Sahara marocchino dove si snoda la «Marathon des Sables», la più celebre nel mondo degli ultrarunne­r.

L’idea di correre gare da 240 chilometri per promuovere la lotta alla fibrosi cistica (patologia ereditaria che in Italia colpisce un neonato ogni 2.500 nascite) è nata in modo casuale: «Parlavo con un amico — spiega Sebastiano —. Ho scoperto che di questa malattia non sapevo nulla, come tanti. Una tara genetica porta alla perdita progressiv­a del respiro, aggredendo i polmoni: è come se mancasse l’aria, un incubo». Per aiutare prevenzion­e e cure, è nata così la prossima sfida del runner «tutta in solitaria» lungo i Pirenei, «montagne dolci e selvagge, un luogo dell’anima».

Il via sarà il 12 luglio da Irùn (Paesi Baschi) e l’arrivo una settimana dopo sulla spiaggia di Cap de Creus, punto più a Est della Catalogna. Oltre 900 chilometri su e giù lungo sentieri ● Sebastiano Arlotta Tarino (nella foto), ha 29 anni. Appassiona­to triatleta, si occupa di investimen­ti finanziari non segnati, per un dislivello di 60.000 metri. «Più di quello del Giro 2017, pari a 43.000 metri» precisa Sebastiano la cui corsa, grazie a un Gps, sarà illustrata in diretta, favorendo la raccolta fondi, sul sito della «Lega italiana fibrosi cistica» che ha anche regalato la canotta al runner milanese.

La rotta sarà tracciata dai due insegnanti — «Bill è anche uno degli alpinisti più noti della Gran Bretagna» — che lo incroceran­no, incoraggia­ndolo sul percorso stando in jeep assieme a due fisioterap­isti. «Bill e Sally non sono solo prof: mi hanno seguito dalle elementari alle superiori nel collegio in Svizzera dove ho studiato». «Ero esuberante, troppo: venivo punito spesso dal preside. Consegnato in camera — ricorda il banker, appassiona­to triatleta, fidanzato e credente — e obbligato a scrivere centinaia di volte a penna la norma violata. Lo sport, soprattutt­o il podismo, il nuoto e il ciclismo, sono serviti a calmarmi. Adesso? Penso soltanto al 12 luglio. E alla corsa per migliorare le cure della fibrosi».

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