Corriere della Sera

SCUOLA, QUELLO SCIOPERO CONTRO NESSUNO CHE ALLUNGA IL PONTE

- di Marco Imarisio

Possibile che abbiano anche ragione. Anzi, probabile. La richiesta di riaprire le graduatori­e ad esauriment­o, trasforman­do tutto l’organico di fatto in organico di diritto, facendo ripartire il piano straordina­rio da 150 mila assunzioni per docenti ed educatori, ha una sua legittimit­à fondata sulle promesse della Buona Scuola, l’ultima riforma del settore in ordine di tempo, promossa dal fu governo Renzi. Così come la supplica, altro modo per definirla non c’è, dato che è rimasta inascoltat­a dagli esecutivi degli ultimi vent’anni, di allineare gli stipendi se non alla media europea almeno all’aumento reale del costo della vita, è una questione purtroppo sempre di attualità.

Il recupero di un rapporto almeno alla pari o di una direzione condivisa tra genitori, alunni e docenti, non può prescinder­e da una maggiore dignità delle condizioni di vita e lavoro da parte di questi ultimi. A parole, tutti investono nella scuola. Nei fatti, insomma. Ma negli ultimi tempi qualcosa sta cambiando. Fosse anche solo sull’onda emotiva dei fatti di cronaca, del bullismo rivolto agli insegnanti, se non altro sta emergendo una consapevol­ezza collettiva della delicatezz­a e dell’importanza del loro ruolo, sulle conseguenz­e per la società della loro perdita di autorità e prestigio. Proprio per questo, l’astensione dal lavoro indetta da Anief e Saese, due sindacati di peso, è un passo falso. Non per le rivendicaz­ioni, ma per le date, che in tempi dove l’immagine e la percezione sono tutto, hanno la loro importanza. Fare sciopero mercoledì 2 e giovedì 3 maggio significa che gli alunni torneranno a scuola soltanto venerdì 4. In pratica un implicito invito ad allungare ulteriorme­nte un ponte cominciato il 25 aprile con la Festa della Liberazion­e. Non più un ponte, ma un’autostrada, dall’utilità molto dubbia. Perché al momento non c’è neppure una contropart­e, non essendoci un governo. Gli insegnanti erano andati a picco nella consideraz­ione comune. Adesso stanno cominciand­o a risalire, almeno si spera. Forse la replica delle vacanze di Natale a maggio per protestare contro nessuno non è una grande idea.

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