La svolta nelle partite su Tim e Mediaset Ora tocca a Genish salvare gli interessi dei francesi in Italia
In 24 ore lo scenario si è completamente capovolto. Lo stop del Tribunale alla revoca dei consiglieri francesi in Tim aveva segnato un punto importante per Vivendi nella battaglia in corso con Elliot. Ma al di là delle schermaglie giudiziarie, il fermo di Vincent Bolloré rischia di segnare una svolta decisiva negli affari italiani del raider bretone. Il 4 maggio gli azionisti di Tim dovranno decidere se rinnovare la fiducia a Vivendi oppure mandarla in minoranza per fare spazio a Elliott. La sfida si gioca sui numeri, è vero, ma il fondo Usa ha un argomento in più per criticare il modus operandi di Bolloré mettendo in fila il fermo di Nanterre, l’indagine aperta a
Il bivio
Il 4 maggio gli azionisti di Tim dovranno decidere se rinnovare la fiducia a Vivendi o far spazio a Elliott
Milano per manipolazione del mercato su Mediaset, il dossier di Palazzo Chigi su Vivendi per violazione del golden power, quello della Consob sul controllo di fatto di Tim e quelli aperti dall’agcom.
Non si può escludere che il 4 maggio il gruppo francese possa prevalere su Elliott. Ma il giorno dopo cosa succederebbe a Tim? La società opera in un mercato regolamentato e basta un decreto per far cambiare l’ultima riga del bilancio. A parte la conflittualità che si verrebbe a creare nel board.
A Bolloré resterebbe ancora una carta da giocare: il ceo di Tim, Amos Genish. Ha piena fiducia dei soci, piace al mercato e ha ricominciato a dialogare con la politica. È anche riuscito, nonostante una causa pendente da 2 miliardi, a riportare Mediaset al tavolo per negoziare un accordo commerciale per Timvision. È una pedina chiave nel gioco di Vivendi, ma Elliott l’ha tolta dal tavolo annunciando che il 4 maggio è pronta a confermare Genish alla guida di Tim.